9 agosto 2011

a cura di Francesco Guida
casa editrice: Carocci
anno di pubblicazione: 2011
collana: Biblioteca di testi e studi
pagine: 456
prezzo: 42,00 euro

Undici studiosi hanno indagato sulle vicende dell’Europa sud-orientale intesa nella sua accezione più ampia, dal mar Adriatico al mar Nero, nei limiti di una periodizzazione ben precisa (1933-1953) che si riferisce, nel termine a quo e in quello ad quem, all’ascesa al potere di Hitler e alla morte di Stalin.

La ricerca ha preso le mosse da un’ipotesi: le società dell’Europa sud-orientale che avevano importato dall’Occidente le istituzioni democratiche erano in genere troppo deboli per sostenerle, rafforzarle e farle sviluppare. Da ciò l’ampia disponibilità manifestata verso varie forme di antidemocrazia. In particolare quelle società non furono in grado di arginare né le ideologie e i movimenti di estrema destra, né il comunismo di importazione sovietica. Queste simpatie furono presenti in diversi strati della compagine sociale di ogni Stato, ma trovarono moltissimi adepti nelle file degli intellettuali (come anche molti oppositori), proprio mentre l’Europa si avviava a vivere le più tristi pagine del Novecento.

 

Francesco Guida è professore ordinario di Storia dell'Europa centro orientale presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Roma Tre, nonché docente di Storia della formazione degli Stati nazionali nel XIX secolo. Ha svolto e pubblicato numerose ricerche riguardanti la storia di Bulgaria, Grecia, Romania, Polonia, Russia, Ungheria e delle loro relazioni con l'Italia. Fra i suoi libri: L'Italia e il Risorgimento balcanico (Edizioni dell'Ateneo 1984); Michelangelo Pinto, un letterato e patriota romano tra Italia e Russia (Archivio Guido Izzi 1998); La Russia e l'Europa centro-orientale 1815-1914 (Carocci 2003, 2006); Storia d'Europa nel XX secolo. Romania (Unicopli 2005).