La casa a sofa, conosciuta anche come casa ottomana, rappresenta nel Mediterraneo orientale il lascito di una secolare cultura di avvicendamento tra popoli. Un luogo dello stare che è il cuore distributivo della casa, ma anche la sua apertura verso l’esterno. Nella ricerca della modernità, con l’avvento degli Stati-nazione negli anni venti del Novecento, questo modo di abitare ha avuto un ruolo fondamentale nella ricerca di una figuratività nazionale che, paradossalmente, affondava le radici in un passato condiviso nello spazio e nel tempo. I luoghi dell’abitazione, gli arredi e l’etimologia delle parole che li descrivono nelle varie lingue dell’area balcanica, raccontano di vicinanza e prossimità, che è tutto ciò che non assoceremmo mai all’immagine che abbiamo di questa regione. Allo stesso modo, in questa stessa area, sono simili i risultati a cui sono giunti gli architetti moderni con i loro progetti. A simboleggiare l’importanza delle forme, dei tipi, degli elementi architettonici che caratterizzano queste dimore nella storia dell’abitare mediterraneo, sta il lavoro di Le Corbusier, che magistralmente sintetizza i caratteri della casa mediterranea, da Bisanzio in poi.
Serena Acciai (1982) è architetta e ricercatrice con esperienza sul patrimonio multiculturale del Mediterraneo. Il suo lavoro si concentra principalmente sulla costruzione, la percezione e la rappresentazione delle identità culturali attraverso l’architettura.