I quartieri più veri, quelli dove frequentare le kafane (osterie) dove perdere intere giornate a parlare di politica e fratellanza, il Danubio e la Sava, le vene d’acqua che attraversano Belgrado e la trasformano in una città di mare anche se il mare non c’è. Un viaggio a piedi e in bicicletta con la sua amica d’infanzia è lo spunto per riscoprire la propria città, lasciata nel 2000, poco prima della caduta di Milošević. La musica, il cibo, le piazze, le vie che attraversano la capitale, i bombardamenti NATO, gli anni Novanta, i personaggi incrociati e conosciuti: Lalović ci svela l’anima di Belgrado più profonda e inedita con gli occhi di chi ha lasciato la propria città e la guarda con lucidità e malinconia, con razionalità e affetto allo stesso tempo.
Nuova edizione arricchita con la prefazione di Giorgio Zanchini e la postfazione di Gigi Riva.
Marina Lalović, giornalista serba nata a Belgrado, nell’ex Jugoslavia. Nel 2000 si trasferisce in Italia dove si laurea presso l’Università “La Sapienza” in Editoria e Giornalismo. Ha lavorato come redattrice al Magazine settimanale di Babel TV (canale 141 di Sky), dedicato alle questioni dell’immigrazione in Italia. Era corrispondente da Roma per quotidiano serbo “Politika” come anche per la radio-televisione serba, B92. Attualmente fa parte della squadra di Radio3Mondo, Radio Rai 3, dove conduce la rassegna della stampa estera e gli approfondimenti del programma. Nel 2014 ha vinto il Premio Marco Rossi, dedicato al racconto del mondo del lavoro in Italia, per il documentario Chi fa la fila al posto tuo? Il primo codista italiano. Per La cicala di Belgrado ha ricevuto il Premio Roberto Visintin 2022 .