20 agosto 2016
di Jean Toschi Marazzani Visconti
casa editrice: Zambon Editore
anno di pubblicazione: 2016
pagine: 240
prezzo: 18,00 euro
Il 14 dicembre 2015 compiva vent’anni il Trattato di Dayton, fi rmato a Parigi nel 1995 alla presenza dei massimi rappresentanti delle potenze occidentali. L’accordo metteva così fine a tre anni e mezzo di feroce guerra civile in Bosnia-Erzegovina. L’amministrazione
Clinton considerava un grande successo aver fermato il conflitto e creato una nazione composta di tre etnie divise in due entità: la Federazione Croata - musulmana e la Republika Srpska. Però aveva distrutto il multiculturalismo in favore del nazionalismo.
Oggi la Bosnia Erzegovina è nello stesso stato d’allora, congelata dalla costituzione imposta a Dayton, in uno stato di caos contenuto e di odio. Nel corso degli anni si sono alternati Alti Commissari europei al controllo del paese, ma anche altre nazioni sono intervenute
nel delicato equilibrio. La Turchia ha una forte presenza. Ricchi fi nanziamenti giungono da Iran e Arabia Saudita per costruire moschee e scuole islamiche.
Dalle parole di diversi protagonisti della politica locale e internazionale intervistati in queste pagine esce un' imbarazzante realtà.
Un’importante geopolitico francese, il Generale Pierre Marie Gallois, esaminando nel 1997 la politica statunitense in Bosnia-Erzegovina, aveva commentato che era stata aperta all’Islam la porta d’Europa, un paese a tre ore e mezzo d’autostrada da Trieste.