26 luglio 2016
di Pierfrancesco Curzi
casa editrice: Infinito edizioni
anno di pubblicazione: 2016
pagine: 80
prezzo: 11,00 euro
Introduzione di Massimo Bonfatti
La Russia di Eltsin, e ancor di più quella dello “zar” Putin, ha mostrato la sua vera faccia nel Caucaso. Nei due conflitti ceceni, tra il 1994 e il 2003, il Cremlino ha mostrato il peggio di sé. Le ritorsioni russe si sono scaraventate addosso alla povera gente, facendo passare chiunque non fosse schierato con la Russia come “pericoloso terrorista”. Quando i terroristi assaltano la scuola numero 1 di Beslan, in Ossezia del Nord, il 1° settembre 2004, Putin usa la mano dura. Nessuna trattativa, muoiono 334 persone, in maggioranza bambini. La strage di innocenti passa sui media come un “attentato terroristico”. Ma la maggior parte delle vittime è morta colpita da proiettili russi. Morti e scomparsi a Beslan, a Grozny, ovunque. Come Giorgji. Di lui si sono perse le tracce il 4 settembre 2004, dopo il blitz delle teste di cuoio russe. Papà Tamerlan e suo fratello Alexandar aspettano ancora che lui bussi alla porta di casa…
“La verità è la più difficile delle narrazioni: e da buon cronista di strada Pierfrancesco ce la racconta, in prima persona e senza filtri. Semplicemente, così com’è, così come deve essere e così come dobbiamo leggerla per farla anche nostra”. (Massimo Bonfatti)
Pierfrancesco Curzi (Ancona, 1968), giornalista e scrittore, è cronista da un quarto di secolo e dal 2001 collabora con Il Resto del Carlino, dopo l’esperienza a Il Messaggero. Da anni pubblica reportage di esteri da tutto il mondo, e in particolare dall’Europa orientale, su Il Fatto Quotidiano. È stato osservatore elettorale internazionale durante le elezioni in Guatemala e in Nicaragua. Ha pubblicato Stanno tutti bene (Italic Pequod, 2014) e In Bosnia (Infinito edizioni, 2015).
Per il lettori di OBC l'autore ha messo a disposizione il prologo e alcuni brani del libro