6 febbraio 2008
di Orhan Pamuk
casa editrice: Einaudi
anno di pubblicazione: 2007
collana: Super ET
pagine: 468
prezzo: 14,00 euro
Traduzione di Marta Bertolini
Traduzione di Semsa Gezgin
Nella città di Kars, al confine tra Turchia, Armenia e Georgia, alcune giovani ragazze si sono uccise, a quanto sembra perché costrette a togliersi il velo nelle aule dell'università. Il poeta Ka, esule turco in Germania, inviato a Kars per un reportage, inizia a indagare, tormentato dal confronto tra Occidente e Islam. Intanto la neve, indifferente alle passioni umane, continua a cadere.
Investita da una tormenta di neve, la città è un miscuglio di etnie e fazioni politiche. Ci sono turchi, curdi, georgiani, nazionalisti laici e integralisti religiosi. C'è la polizia segreta, c'è l'esercito e ci sono i terroristi islamici. Ka inizia la sua indagine, mentre la neve continua a cadere e le strade vengono chiuse. Kars è isolata. In città, Ka rivede dopo diversi anni Ipek, una compagna di università molto bella. Ka se ne innamora e sogna di portarla con sé in Germania. Per realizzare questo sogno, farà di tutto. La situazione precipita quando una compagnia di teatro mette in scena un dramma degli anni Venti, scritto in sostegno della laicità dello Stato fondato da Atatürk, dove una donna, coraggiosamente, brucia il chador in pubblico. Durante lo spettacolo alcuni giovani del liceo religioso inscenano una protesta. E la serata finisce nel sangue. Ka viene coinvolto suo malgrado. È uno spettatore imparziale, ma molto confuso. Non sa nemmeno rispondere alla domanda: credi in Dio? Sostiene che a Kars ha ritrovato Allah, ma poi l'unica cosa che gli interessa è la ricerca, molto occidentale, della felicità. Il dilemma di Ka ruota intorno al confronto tra Occidente e Islam.