19 ottobre 2012
di Vladimir Arsenijević
casa editrice: Nikita
anno di pubblicazione: 2012
pagine: 336
prezzo: 14,00 euro
Un profugo curdo, un punk kosovaro, un junkie bosniaco, una stella tramontata della tv americana, vite di un mondo che impazzisce dopo aver affrontato l’assurdità del male. Da un campo profughi in Kurdistan agli Stati Uniti il trait d’union di un intricato mosaico di personaggi e storie è il contatto diretto o indiretto con Nichil Mussa Baksi, detto “Predator”: imprigionato e torturato ancora bambino poichè figlio di un dissidente politico curdo, poi unico sopravvissuto alla strage di Halabiyya, guerrigliero peshmerga, rifugiato politico e infine signor-nessuno dagli inconfessabili segreti a Philadelphia.
Predator racconta la guerra, la deportazione, l’impossibilità di sfuggire a torture atroci che trasforma un uomo in un mostro, fino alla pratica estrema del cannibalismo. Il romanzo di Arsenijević, tra i primi a narrare gli orrori della guerra nei Balcani con "Sottocoperta" (1995), indaga e sovverte le categorie di vittima e carnefice, con una vicenda ambientata tra l’Iraq, la Serbia, Berlino e la Danimarca. Una scrittura urtante ed espressionista che è stata paragonata ai film di Peter Greenaway e che è valsa al suo autore, già conosciuto per le sue posizioni estreme contro il regime di Milošević, un enorme successo in Serbia, svariati premi letterari e la traduzione in venti lingue.