Ma perché si chiama Hotel Praha?
Non si chiama più così. Una volta si chiamava Hotel Praha. Adesso è l’Hotel Arabkir. Ah. E perché?
Perché una volta era un ristorante.
E allora perché continuate a chiamarlo Praha? È così. È l’Armenia.
A Yerevan, la capitale dell’Armenia indipendente, non è il mondo armeno diasporico occidentale accogliente, pacificato, plurilingue, caratterizzato da un cristianesimo aperto e universale che viene incontro a Sara. Per una serie di disavventure verrà fagocitata da un clan di rifugiati ospiti in un albergo fatiscente, dove il degrado risulta insopportabile, dove non ci sono turisti o armeni locali ma profughi della guerra del Nagorno Karabakh; un rifugio dove una umanità dolente tenta di cancellare un vissuto che non ha futuro.
Un diario-racconto di straordinari a efficacia descrittiva e insieme capace di andare in profondità, di scavare nel proprio mondo e nel mondo dell’altro senza timore di far emergere la verità scomoda della difficoltà di potersi accettare nella propria diversità.
Dalla prefazione di Pietro Kuciukian, Console onorario della Repubblica d'Armenia
L'autrice Sara Maino www.saramaino.it