13 aprile 2005
Documenti storici, manoscritti, apocrifi (e falsi?) si alternano armoniosamente creando la dimostrazione dell'esistenza dei Ciclisti rosacroce, setta che ha origini sin dai tempi della torre di Babele. Un libro tra romanzo e saggio di Svetislav Basara, Ambasciatore di Serbia e Montenegro a Cipro.
Il libro è un collage di testimonianze storiche apocrife sulla presunta setta dei Ciclisti Rosacroce, che esisterebbe fin dai tempi della Torre di Babele. L'autore ripercorre la storia svelando il suo "lato oscuro" sulla sella di una bicicletta dai tempi del regno di Carlo il Brutto, passando per il tenebroso medioevo, con gli immancabili roghi di presunti "eretici" e la Santa Inquisizione, saltando al XIX secolo, con le argute deduzioni di Sherlock Holmes, fino a giungere al secolo successivo, attraverso la corrispondenza apocrifa di Sigmund Freud. Nel '900 si scatena la vena surreale e visionaria dell'autore. Il complotto della setta ormai minaccia l'ordine mondiale.
Scritto dall'ambasciatore della Repubblica di Serbia e Montenegro a Cipro, questo "apocrifo" dadaista è una corsa sul sellino di una bicicletta dalla costruzione della Torre di Babele fino ai giorni nostri.
Notissimo in patria, ma anche in Francia, dove sono state tradotti cinque suoi romanzi negli ultimi sette anni, ambasciatore della Serbia e Montenegro a Cipro, Svetislav Basata è uno degli scrittori più prolifici della Serbia (la sua opera per ora conta oltre venti volumi). Nato a Bajina Bašta nel 1953, è considerato giustamente, e non solo in patria, uno dei talenti più autentici della letteratura serba degli ultimi due decenni.
Quel che si dice dei Ciclisti Rosacroce
di Svetislav Basara
anno di publicazione: 2005
edito da: Edizioni Anfora