27 giugno 2014
di Luka Petanovic
casa editrice: Libero di scrivere edizioni
anno di pubblicazione: 2014
collana: Fuori collana
pagine: 198
prezzo: 15,00 euro
prezzo ebook: 4,99 euro
Due storie parallele su due trans-formazioni unite e intrecciate. Una transessuale, la piccola “transita” senza nome e la Jugoslavia, la grande “transita” che violentemente cambia se stessa, assume forme nuove e coinvolge nel proprio turbinio milioni di persone. Una storia sulla guerra armata e disarmata, sugli orrori noti e meno noti, vera e sincera, raccontata in modo (quasi) infantile con il linguaggio di un’adolescente, il (la) primo protagonista a cui è accaduta.
Questo racconto è delimitato da due “grandi morti”: quella del maresciallo Tito, con cui iniziano le transizioni e quella di Milošević, con cui termina la storia.
Una transessuale fra i Serbi! Anche lei serba, ma difficilmente spiegabile in un paese dove la diversità sessuale è vista come un’importazione dall’Occidentale, contro cui si è in aperta guerra. I “suoi” non la riconoscono, al diverso è impedito di entrare nei rifugi (durante i bombardamenti della Nato). Il diverso è un derivato di “quelli occidentali”, va eliminato, estirpato con ferocia… Ma la trans “non nostra” viene vista dagli stessi occidentali come “un serbo”, il possibile bersaglio da colpire. Venuti nel cielo sopra Belgrado i “suoi” occidentali le mandano tante bombe, l’unico “regalo” che la serba si merita.
Inaspettatamente ciò che caratterizza questo racconto, stretto tra due grandi morti e vissuto in mezzo a migliaia di altre, è la sua immensa ironia, l’umorismo, la comicità!
Entrambe le storie, raccontate solo apparentemente come una, sono flesse davanti al bizzarro, chinate alle eterne domande su Io e Noi, Noi e Loro, Io e Loro… amici, nemici, nostri, vostri…
Si tratta di una narrazione spiritosa sugli orrori di un conflitto con il mondo, in qualunque forma di alleanze si presenti. Si può sempre provare a ridere davanti a tutto o quasi… Anche la solitudine, l’inganno, la stupidità, la sofferenza, la morte in chiave comica, perché no? Un testo comico sulla catastrofe vissuta, un po’ di allegria senza nessun ottimismo, la contraddittorietà di cui l’autore è testimone. Dunque comicità come una necessità, ridere per non piangere.