L’invasione russa dell’Ucraina iniziata nelle prime ore del 24 febbraio 2022 non è stata un fulmine a ciel sereno. Si è trattato solo dell’ultimo, devastante atto di una guerra iniziata da Putin contro Kyiv otto anni prima, nel 2014. Dalla rivoluzione della Maidan all’annessione militare della Crimea, al conflitto scatenato in Donbas, l’aggressione di Mosca era scritta nelle cronache di questi ultimi anni.
L’associazione con l’Unione Europea, la Nato, il memorandum di Budapest, l’abbattimento del volo Malaysia Mh17, i protocolli di Minsk. Il milione e mezzo di rifugiati, la vita nei territori occupati, la propaganda del Cremlino, il sentimento antirusso e la nuova Ucraina del dopo Maidan.
Un libro agile, a tratti come un diario, che ripercorre gli eventi che hanno portato a una guerra su vasta scala, raccontati da chi li ha visti con i propri occhi. Dalle manifestazioni di piazza del 2013 ai primi scontri nell’Est, alla nascita delle cosiddette “repubbliche separatiste” di Donetsk e Luhansk e alla guerra che lì per anni si è combattuta nell’indifferenza del mondo. Un racconto di fatti ma anche di persone, della vita minima sotto le bombe e delle colpe massime della diplomazia. Attualità che è diventata Storia e che dà risposte alle molte domande che sorgono oggi seguendo le notizie dal fronte.
Danilo Elia, giornalista, inviato per il programma di Rai3 EstOvest, ha una lunga conoscenza del mondo post sovietico e dell’Ucraina in particolare. Ha seguito da freelance tutti gli eventi che hanno portato allo scoppio della guerra, dalle prime manifestazioni di Euromaidan a Kyiv nel 2013, all’annessione della Crimea, alla guerra di trincea in Donbas. Ha realizzato corrispondenze e reportage da entrambi i lati del fronte, coprendo dall’interno la nascita delle cosiddette repubbliche popolari. Per le sue corrispondenze da Donetsk sotto il controllo dei separatisti, dopo essere stato arrestato dai miliziani del battaglione Sparta, è stato bandito dai territori occupati. Autore della rubrica Montagne Russe sul periodico di geopolitica EastWest e contributor per l’Osservatorio Balcani e Caucaso fino al 2018, per i suoi articoli è finito sulla lista nera sia dei separatisti che dei nazionalisti ucraini.