20 ottobre 2010
di Matei Cazacu e Nicolas Trifon
casa editrice: Non Lieu
anno di pubblicazione: 2010
pagine: 448
prezzo: 25,00 euro
lingua: francese
Vent'anni dopo la proclamazione della sua indipendenza, la Repubblica Moldova c'è ancora: la sua esistenza continua a sconfessare i suoi detrattori.
Per riferirci a questo paese di quattro milioni di abitanti chiuso fra l'Ucraina e la Romania dovremmo utilizzare il termine “Stato moldavo”, poiché la nazione moldava continua ad essere attraversata da tendenze contraddittorie e ad essere l'oggetto di numerose polemiche.
Ciò nonostante la “moldavità” è stata promossa a 360 gradi, soprattutto dai dirigenti del Partito Comunista al potere fra il 2001 e il 2009.
L'uscita dall'impero avviata con l'implosione del sistema sovietico ha sollevato numerosi problemi, ai quali si deve aggiungere il malessere per la riunificazione mancata con la vicina Romania.
Versante orientale del Principato di Moldavia ai confini dell'Impero Ottomano, poi regione amministrata dall'autocrazia zarista fra il 1812 e il 1917, provincia romena fra le due guerre, e in seguito annessa all'Unione Sovietica, la Bessarabia d'un tempo deve oggi confrontarsi con questa eredità paradossale per poter trovare la propria via nel mondo moderno.
Autore insieme a Nicolas Trifon di “La Moldavia ex-sovietica” pubblicato nel 1993 in edizione Acratie, all'indomani della guerra sul Dniestr, Matei Cazacu, ricercatore al CNRS, ritorna sulla storia di questo paese.
Da parte sua, Trifon scruta i processi identitari e politici attualmente in corso, in particolare attraverso l'analisi dell'elemento cristallizzatore di tutte le dispute: la lingua.
L'opera è composta da quattro parti: “Dal rinnovo romeno al compromesso indipendentista”; “Guerra e pace delle lingue sullo sfondo di un malessere identitario”; “Storia della Moldavia orientale o Bessarabia”; “La Moldavia indipendente”.