Un piccolo libro folgorante sulle migrazioni, geografiche e interiori, che segnano un’esistenza, una meditazione profonda e coinvolgente su come riscrivere sé stessi in un mondo che cambia. A settantasette anni lo scrittore protagonista, emigrato in Svezia all’età di ventisei, sente di aver perduto l’ispirazione. Sfinito dal suo ultimo romanzo, in rotta con le parole che sembrano non corrispondergli più, decide di ritirarsi e di vendere il suo amato studio nel centro di Stoccolma. Ma una volta in pensione fatica ad abituarsi alla nuova vita: rinunciare agli incontri nel tragitto verso la stazione, condividere il giornale mattutino con la moglie, inventarsi una nuova routine. E il pensiero della Grecia natia si fa sempre più insistente…
Theodor Kallifatides, pluripremiato e prolifico autore, è nato in Grecia nel 1938 e nel 1964 è emigrato in Svezia, dove vive tuttora. Dopo gli studi in filosofia all’Università di Stoccolma, ha dato avvio alla sua produzione letteraria, che comprende oggi più di quaranta titoli, tra narrativa, saggistica e poesia, pubblicati in tutto il mondo. Ha diretto un film, firmato sceneggiature e tradotto numerosi autori, tra cui Ghiannis Ritsos in svedese e Ingmar Bergman in greco.