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Mercoledì 11 luglio, nell'area memoriale di Potočari, presso Srebrenica, sono state sepolte 520 vittime identificate quest'anno tra le oltre 8.000 uccise nel luglio del 1995 dall'esercito e dalla polizia serbo bosniaci. Alla cerimonia funebre hanno partecipato circa 40.000 persone, comprese 7.000 che hanno raggiunto il luogo a piedi partecipando alla “Marcia della Pace”.

I discorsi ufficiali sono stati limitati, e le autorità internazionali non hanno avuto diritto di parola. I bosniaco musulmani protestano perché alle elezioni del 7 ottobre prossimo solo coloro che hanno la residenza a Srebrenica potranno esercitarvi il diritto di voto, e non quelli che vi vivevano prima della guerra, come finora avvenuto. Il prossimo sindaco della cittadina potrebbe dunque essere serbo bosniaco.

I familiari di oltre 500 persone hanno dovuto aspettare quasi 20 anni per avere un funerale. Altre migliaia di bosniaci sono ancora in lista di attesa. La maggioranza sono di Srebrenica. Per la Bosnia questa cittadina non rappresenta solamente la vittoria dei nazionalisti e il disastro materiale e morale delle Nazioni Unite. È anche il simbolo di un passato che non passa, di un dolore che non riesce ad essere elaborato, di una battaglia che continua.

13/07/2012 - 

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