Tutto mio
Il potere sempre più concentrato nelle mani di uno solo. E' questo il rischio che corre la Turchia che affronta un referendum nel quale i votanti sono chiamati ad accettare o rifiutare una riforma in chiave presidenziale del paese. Si va alle urne con lo stato d'emergenza ancora in vigore dal mancato golpe del luglio scorso e in un clima di repressione diffuso in tutto il paese. Un nostro dossier.
Non gli era sufficiente essere primo ministro con un'ampia maggioranza in Parlamento, si è anche candidato alle recenti presidenziali ed ha sbaragliato gli avversari imponendosi al primo turno. Contro lo strapotere di Aleksandar Vučić però, inaspettatamente, da giorni molti cittadini serbi stanno scendendo in piazza. L'analisi di Dragan Janjić.
In settimana poi, tra le altre cose, un approfondimento sui crimini contro gli omosessuali in Cecenia; il contestato progetto di riqualificazione urbanistica “Veliera” a Scutari; il gusto retrò e sovietico delle vacanze trascorse in Georgia e nelle sue regioni separatiste. Buona lettura!
Bloc-notes: Moldavia: il presidente Dodon guarda ad est ma i soldi vengono da Bruxelles
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