Rivolta

Nel centenario dell'inizio della Prima Guerra Mondiale, Sarajevo è nuovamente al centro dell'attenzione internazionale. La celebrazione dell'anniversario di un disastro, quello della Grande Guerra, è stata bruscamente anticipata da un gruppo di operai e disoccupati di Tuzla, un tempo polo industriale, oggi deserto industriale della Bosnia Erzegovina.

La loro protesta si è propagata come un incendio. La denuncia del saccheggio dei beni pubblici, attraverso il fallimentare processo di privatizzazioni, si è estesa alla messa in stato di accusa di un'intera classe politica. Il sistema che li ha mantenuti al potere per 20 anni, quello di Dayton, non regge più. La divisione etnica impedisce lo sviluppo del paese, allontana la Bosnia dall'Europa.

Nel timore del cambiamento, media, politici locali e comunità internazionale distribuiscono la paura a piene mani. La minaccia è quella di un possibile ritorno degli anni '90, coperchio che finora ha tenuto a freno una situazione sociale esplosiva. Ora il coperchio è saltato. Ma ancora una volta, l'Europa rischia di accorgersene troppo tardi. A Sarajevo si precipitano gli emissari delle grandi potenze o dei paesi vicini, per perorare la propria causa. Come 100 anni fa. L'ampio dossier curato da OBC. Buona lettura!

Bloc-notes: Bulgaria, voglia di caserma?; Bosnia: a rischio la libertà di informazione; Traian Băsescu, 130 euro di discriminazione; Elezioni europee: -100; Ultima chance per Cipro?; Macedonia, il PE prende posizione sulla questione del nome; Il Parlamento europeo e le proteste in Bosnia Erzegovina

Protagonisti della solidarietà nei Balcani! E' on-line un questionario per la nostra ricerca "Cercavamo la pace". Hai avuto esperienze nei Balcani negli anni 90? Aiutaci a ricostruire quel periodo, bastano pochi minuti

14/02/2014 - 

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