Falce e martello
Dal prossimo primo ottobre in Moldavia falce e martello saranno vietati. A più di vent'anni dal crollo dell'URSS entrerà infatti in vigore una legge che condanna i crimini del comunismo e dei regimi totalitari. Sana indignazione, cosmesi europeizzante o l'ennesimo atto del conflitto politico nel paese tra liberaldemocratici (al governo) e Partito comunista (all'opposizione ma primo partito del paese)?
Di falce e martello neppure l'ombra invece presso l'ex sede dell'Arsenale militare della flotta della Repubblica socialista di Jugoslavia. Ora è infatti una delle marine di lusso dell'Adriatico, in mano a un uomo d'affari canadese, e vi si espongono tutti i simboli del capitalismo più sfrenato. Ma a Tivat, in Montenegro, non tutto quello che è d'oro luccica. E' piuttosto vero il contrario.
In settimana poi molto altro, dal dibattito in Serbia su una possibile visita del Papa alla storia di Parada, associazione al fianco dei bambini di strada della Romania; dall'ombra del presidente Kadyrov sul Daghestan alla continuazione del grande viaggio di Paolo Martino dall'Armenia a Beirut. Buona lettura!
Dal Bloc-notes: Il ponte? Meglio il corridoio; Detenuti torturati in Georgia; Morte da uranio; Skype e il Kosovo
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