Venti di guerra
La crisi nel Mediterraneo ha assunto proporzioni drammatiche. Sulla quotidianità del conflitto israelo-palestinese si sono innestati il processo di involuzione delle primavere arabe, l'avvitamento dello scontro in Egitto tra militari e Fratelli Musulmani e ora la minaccia di un conflitto internazionale in Siria, dove il numero di rifugiati e sfollati è già tre volte quello prodotto dalla guerra in Bosnia Erzegovina.
Le guerre nei Balcani sono iniziate più di vent'anni fa, a Vukovar, e sono durate un decennio. Questa settimana, proprio a Vukovar, ci sono state violente dimostrazioni di veterani. Le conseguenze delle guerre durano a lungo, e le dichiarazioni su di una “guerra lampo” per il Medio Oriente provocano indignazione.
La pace invocata dal premio Nobel Obama è una pace che fa paura. Il poeta siriano Adonis l'ha definita una pace “assetata di sangue”. Le ferme parole di Papa Francesco però hanno riacceso la speranza, anche per i laici. Non abbiamo bisogno di una nuova guerra. Abbiamo bisogno di una forte iniziativa internazionale, di forze di interposizione in Siria, per dividere le parti in conflitto e proteggere le vittime. Una volta si chiamavano Nazioni Unite.
Dal bloc-notes: Tensione a Vukovar; Bulgaria, torna in piazza la protesta; Srebrenica, l'Olanda è responsabile
Tavola rotonda! Venerdì 13 settembre a Firenze "The transformative power of Europe: EU and Western Balkans after 15 years", con la partecipazione della direttrice di OBC, Luisa Chiodi
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