Fiat e delocalizzazione
“La nuova monovolume L0 verrà prodotta in Serbia, a partire dal 2012”. Lo ha annunciato il 22 luglio scorso Sergio Marchionne, amministratore delegato della casa torinese. Una notizia che ha sollevato forti reazioni sia in Italia che in Serbia.
Secondo l’ultima relazione dell’associazione “Non bombe ma solo caramelle”, di prossima uscita, la Fijat Srbija ha in forze 998 operai con uno stipendio medio di 270 euro mensili, mentre altri 1200 circa sono tuttora contrattualizzati con la Zastava Automobili, quindi pagati dallo Stato con una media di 218 euro al mese.
Questo è solo un aspetto della vicenda che da Pomigliano d’Arco porta a Kragujevac passando per Mirafiori, ma è un indicatore di come le scelte di una multinazionale abbiano ripercussioni “transfrontaliere” sulla vita di operai, famiglie e - viste le inevitabili conseguenze per l’indotto, in Italia e oltre Adriatico - sul futuro dei distretti industriali.
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