Doppia sfida per la Romania
Bucarest ad un nuovo crocevia politico-economico. Da un lato c’è l’austerity, con tagli alla spesa, agli stipendi e soprattutto ai posti di lavoro. E’ il piano Fmi più duro d’Europa. Una dieta ferrea, per un Paese che già oggi ha gli stipendi medi più bassi dell’Unione europea e dove le famiglie sono costrette ad impiegare il 40% del loro reddito per le spese alimentari.
Altro il passo delle scelte strategiche: da tempo in prima fila nell’alleanza con Stati Uniti e Nato, negli ultimi mesi la Romania è entrata nel nuovo piano Usa di scudo antimissile. Emerge inoltre una partnership tra Tel Aviv e Bucarest. Israele è in cerca di spazi aerei per manovre sul lungo raggio, in funzione anti-Iran, e all'indomani della crisi con Ankara, li ha trovati in Romania. E Bucarest dal canto suo è affamata di ruolo strategico e di fondi.
Un doppio ritratto di Bucarest, dunque, tra aspirazioni strategiche e budget ridotti all’osso. Uno scenario già visto in Est Europa, dall’Ucraina alla Bulgaria. Ma sempre stridente. Anche un posto al tavolo degli Stati Maggiori rischia di restare un posto da gregari se nel Paese, nonostante le giovani energie disponibili (l’età media della popolazione è 38 anni) non c’è vision economica, né innovazione, le prospettive restano quelle della politica tradizionale, e le partnership con l’estero sono ancora legate al comparto militare-industriale e alla security, più che a ricerca e sviluppo.
La prossima newsletter verrà spedita venerdì 20 agosto, a nome di tutto lo staff di Osservatorio Balcani e Caucaso un augurio di buona estate.
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