Nonostante tutto
In una sua analisi scritta e in un podcast Giorgio Comai spiega come purtroppo la situazione militare e politica porti a ritenere che la guerra in Nagorno Karabakh continuerà a lungo. Sottolinea però che uno spiraglio per aprire negoziati vi è ancora ma la diplomazia occidentale e i paesi europei devono agire subito: continuare ad ignorare la guerra che sta avendo luogo in questi giorni in Caucaso del Sud li renderebbe corresponsabili di una catastrofe.
In Azerbaijan il trauma del Nagorno Karabakh è fondante dell'identità nazionale, alimenta la guerra e zittisce le voci di pace. Ma chi la pace la vuole, non importa quanto sia difficile, deve provare compassione e accettare il trauma rimanendo fedele ai propri principi umani. Lo sottolinea Bahruz Samadov, in un suo commento.
In settimana abbiamo poi scritto dell'appoggio turco all'Azerbaijan; abbiamo recensito un libro sulla Vita nel limbo a Knin, in Croazia; abbiamo pubblicato un'intervista su un progetto dedicato alla prima infanzia in Kosovo. E molto altro. Buona lettura.
Bloc notes: 5 ottobre in Serbia, venti anni dopo; Da una foto del 1917
Save the date: Il 14 ottobre, Luisa Chiodi, direttrice di OBCT, partecipa al workshop online organizzato dalla Commissione europea - DG Regio, European Committee of the Regions, nell'ambito della sessione di lavori "Coesione e cooperazione". Appuntamento dedicato al ripensamento del ruolo di EUSAIR (Strategia Europea per la Macroregione Adriatico-Ionica) in linea con le attuali nuove sfide globali dettate anche dalla pandemia, a sostegno della stabilità e prosperità dell'Europa sudorientale
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