Una bella giornata di sole. E il protagonista si ritrova davanti all'ambasciata olandese. Uno dei racconti tratti da ''Best Stories from Visa Queues'' pubblicati da www.needvisa.net . La traduzione è di Antonia Pezzani

16/07/2007 -  Anonymous User

Di Alje, Belgrado

Non ho un visto, il passaporto nemmeno. Per questa ragione devo dire che tutto quello che racconto non affonda nella realtà. Non ha, in altre parole, punti d'appoggio se non nella finzione. Ciononostante, io non ho inventato niente di niente. Tutto questo è accaduto davvero, dal primo punto all'ultima virgola. Non nego che qualcosa mi sia potuto sembrare, che i miei sensi, ad esempio, si siano presi gioco di me. Ma questo è solo l'ennesimo pretesto.

Dunque è così che andò. Uscii dall'appartamento da solo e passeggiai per le strade cittadine. Era un giorno incantevole e soleggiato, cadeva solo un po' di neve, che non è un miracolo in questo periodo dell'anno se pensiamo che è autunno. E così arrivai all'ambasciata olandese. Cosa di cui al momento ero all'oscuro. C'erano un paio di persone che aspettavano qualcosa e chiesi a loro.

Che ambasciata è questa?

Olandese.

Aha... e cosa fate qui?

Aspettiamo il visto per l'Olanda.

E perché ci volete andare?

Beh ...(si scambiarono un'occhiata) abbiamo sentito che lì si può fumare la mariuana...ci sono questi piccoli pub dove ordini quel che ti va e intanto fumi tranquillamente...

E così mentre cadeva la neve parlammo di Olanda, e congelavamo sotto il sole cocente di novembre. Passò del tempo prima che fosse il nostro turno anche se eravamo gli unici in coda ad aspettare. I miei amici entrarono e io entrai con loro. Quando quelli dell'ambasciata videro che non avevo con me fogli di carta bianca di diversi colori, mi buttarono fuori e urlarono qualcosa tipo: Jebem ti mater četničku! Ma siccome lo dissero in olandese io non capii.

I miei amici fecero presto ritorno. Nessun segno di gioia sui loro visi. Il desiderato visto per l'Olanda era rimasto nel reame dei sogni prenatali, delle manipolazioni chimiche mentali e tra altre masturbazioni. In breve, un bel niente, come se tu fossi là e tutti gli altri qui (che è un'eventualità più difficile di quando tu sei qui, e tutti gli altri lì).

In questo momento, per tutti noi difficile, fui illuminato da un'idea geniale con cui misi in scacco matto l'ambasciata, la feci al vecchio re, conquistai la principessa, rattoppai una crepa dello spazio e così alla fine salvai il mondo dalla distruzione. Ecco di che si tratta. Considerando che il territorio dell'ambasciata olandese è ovviamente suolo olandese (sì, sì...annuivano i miei amici ascoltandomi a bocca aperta), apriremo un piccolo pub sul territorio dell'ambasciata. Un pub stile Amsterdam assolutamente legale a Belgrado (furono tutti scossi da sussulti di piacere e poi bevemmo e festeggiammo tutta la notte). E, quando gli affari al pub inizieranno a ingranare e attireremo i turisti, questo pub sarà diventato troppo piccolo per tutti quelli che vogliono frequentarlo (sì, sì...annuirono i miei amici) per cui saremo costretti ad allargare l'estensione del pub ai quartieri vicini, poi all'intera regione, fino a che tutto il territorio di Belgrado non diventerà un unico grande pub stile Amsterdam (scoppi di entusiasmo, tutti mi lanciarono benedizioni e mi proposero alla presidenza, alla reggenza e come primo ministro).

Non molti giorni dopo la polizia disperse con gli idranti i dimostranti che manifestavano per la zona libera di Amsterdam a Belgrado. Alcune migliaia di giovani, la maggiorparte studenti, avevano decorato la città di arancione e cantato gli inni dell'Ajax. Il sogno fu sognato, la realtà non si realizzò. Ma non era nulla di nuovo per le nostre parti, dove le cose semplici restano facilmente nel reame dell'impossibile e dell'assurdo, e il caos è una caratteristica del sistema.


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