Un'analisi del percorso di integrazione dei paesi dei Balcani nell'Ue e del loro parallelo percorso di consolidamento democratico. I casi studio di Serbia e Bosnia Erzegovina
Il presente elaborato si propone di analizzare da un punto di vista giuridico la relazione tra il consolidamento democratico e lo stato di diritto e l’adesione all’Unione Europea degli stati balcanici, sul piano della condizionalità funzionale alla membership come della stessa democratizzazione dei paesi candidati, evidenziando il carattere biunivoco di questo legame. Oltre alla letteratura accademica sul tema, ed in particolare agli scritti di Kochenov per la prima parte, questo studio si basa anche sui documenti prodotti dalle istituzioni europee, sulle Costituzioni degli ordinamenti oggetto di approfondimento, sulle relative opinioni espresse dalla Commissione di Venezia, e sugli ultimi rapporti Freedom House.
Partendo dall’ipotesi di fondo che la prospettiva di adesione – purché coerentemente perseguita – costituisce per i paesi balcanici una opportunità per stimolare e guidare il processo di consolidamento democratico, che risente al momento di tendenze autoritarie, conservatrici e nazionaliste, si procede alla trattazione del ruolo del consolidamento democratico nell’allargamento, dei criteri di Copenaghen ed in particolare del criterio politico, e delle modalità in cui questi si rendono determinanti nella procedura di adesione.
È successivamente analizzato il percorso di integrazione europea dei Balcani sul piano dell’approccio europeo e dei progressi compiuti dagli stati in questione, oltre alla relazione tra consolidamento democratico e adesione all’UE. Nell’introdurre lo sviluppo del processo di allargamento dell’Unione Europea e il ruolo che in esso riveste il consolidamento democratico, si individuano gli elementi principali del criterio politico che costituiscono la base di analisi dei successivi capitoli, a partire da una panoramica sulla prospettiva democratica ed europea degli stati dell’area balcanica, per fornire un quadro delle principali criticità in merito.
L’argomento è poi approfondito analizzando i casi di studio di Serbia e Bosnia Erzegovina, di cui si descrive il percorso di integrazione europea allo stato attuale, le principali criticità relative al consolidamento democratico, rilevando inoltre le ambiguità in merito presenti nelle rispettive costituzioni. La selezione di Serbia e Bosnia Erzegovina quali casi di studio è principalmente dovuta al comune passato come entità costitutive della ex Jugoslavia – come gli altri paesi balcanici membri, candidati o potenziali candidati UE, ad eccezione dell’Albania – affiancata a differenze sostanziali che hanno reso la prima un paese candidato con la maggior parte dei capitoli negoziali aperti, e la seconda il “fanalino di coda” dell’allargamento ai Balcani. Oltre a fornire un excursus sul percorso di integrazione europea dei due stati, se ne analizza il grado di consolidamento democratico attuale, anche attraverso i più recenti rapporti di Freedom House, e ci si sofferma su un’analisi delle due costituzioni, al fine di individuare eventuali incompatibilità con i principi e valori dell’Unione e con i requisiti del criterio politico, precedentemente identificati, presenti negli stessi testi costituzionali.
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