Una tesi di laurea sulle privatizzazioni in Bosnia Erzegovina, alla luce dell'assetto istituzionale fissato a Dayton. E un caso studio: quello delle acciaierie di Zenica. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Di Niccolò Durazzi
L'idea di una tesi(na) sul processo di privatizzazione in Bosnia Erzegovina nasce da un rapporto personale maturato negli anni con donne, uomini, ragazze e ragazzi bosniaci e, contemporaneamente, dall'interesse "accademico" per le economie in transizione.
Dopo una breve introduzione in cui cerco di mettere a fuoco i diversi motivi per cui la transizione all'economia di mercato dei paesi slavo-meridionali è un processo sui generis rispetto agli altri paesi dell'ex campo socialista, passo a descrivere alcuni tratti essenziali della transizione in Bosnia Erzegovina. Lungo tutto il lavoro tento di mantenere fermo un punto fondamentale: l'incidenza che ha l'assetto istituzionale fissato a Dayton sulla realizzazione delle riforme economiche necessarie alla transizione, in particolare quanto la divisione in due entità della Bosnia Erzegovina incida sull'economia del paese.
Nel capitolo successivo analizzo un singolo caso di privatizzazione, quello dell'acciaieria di Zenica. Ho realizzato questa parte grazie al contributo (di inestimabile valore) fornitomi da un manager dell'acciaieria che ha avuto la pazienza di ascoltare e rispondere a tutte le mie domande. In questa parte accenno anche al diverso "ruolo sociale" che la fabbrica assume all'interno della città nel passaggio da un sistema socialista ad uno capitalista e mi soffermo sull'importanza del coinvolgimento del capitale straniero nei processi di privatizzazione.
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