Due paesi, su cui si fonda la politica estera dell'Italia nei Balcani. Una tesi di laurea. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
I Balcani, almeno in teoria, hanno una fondamentale importanza per l'Italia: innanzitutto rappresentano la sua naturale proiezione esterna; inoltre, ogni evento che accade al di là dell'Adriatico ha una ripercussione sulla sponda italiana. Eppure la politica estera della Farnesina nei confronti dei Balcani è stata spesso discontinua ed i risultati non sempre soddisfacenti.
Nella tesi, discussa presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Teramo il 27 marzo 2012, l'analisi della politica estera italiana è stata focalizzata su due Stati: l'Albania e la Serbia. Il Paese delle Aquile è stato scelto non solo in virtù del profondo legame con l'Italia, ma anche perché è l'esempio di come degli eventi possano avere ripercussioni dirette al di qua dell'Adriatico; la Serbia, grazie al ruolo di Stato destabilizzatore giocato nel corso degli anni '90, è tra le ex repubbliche jugoslave quella verso cui si sono concentrati i più disparati interventi italiani. Inoltre questi due Stati sono i leader delle due più numerose etnie dei Balcani occidentali e da loro dipende, quindi, la stabilità della penisola.
Nel lavoro, dopo una ripercussione della storia, delle tradizioni e delle ambizioni dei due popoli, si analizza inizialmente la politica estera italiana in Serbia ed Albania fino al febbraio 2012. Nel secondo capitolo invece si tratta degli ostacoli incontrati e dei progressi fatti dai due Paesi lungo il cammino dell'integrazione europea, alla luce del ruolo giocato dall'Italia: un importante spazio è dedicato al progetto della Macroregione Adriatico-Ionica, delineando i vantaggi, le zone d'ombra, le opportunità e lo stato d'attuazione di tale proposta.
L'ultima parte è invece prettamente economica: si analizzano, oltre alle forme di cooperazione allo sviluppo, anche le politiche strategiche dell'Italia, i rapporti commerciali e gli investimenti in Serbia e Albania: in chiusura viene trattata anche la delicata questione della delocalizzazione delle imprese, recentemente tornata in primo piano a causa della decisione di importanti aziende italiane di spostare la produzione in Serbia, alla luce degli aiuti di Stato e del vantaggioso trattato commerciale con la Russia.
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