Dopoguerra

Una tesi in sociologia dello sviluppo incentrata sulla cooperazione allo sviluppo in Bosnia Erzegovina. Riceviamo e volentieri pubblichiamo

19/11/2012 -  Marco Antonioli

Perché una tesi sulla Bosnia Erzegovina? Una tesi sulla Bosnia perché è un Paese estremamente vicino al nostro, di cui sappiamo poco o nulla. Una tesi sulla Bosnia perché ho avuto occasione, fortunatamente, di starci due volte facendo volontariato a Tuzla lavorando fianco a fianco con Tuzlanska Amica, organizzando le attività dei bambini del Dom (l'orfanotrofio di Tuzla), dei campi profughi ancora presenti nella zona e del quartiere. Una tesi sulla Bosnia perché è un Paese a cui mi sono affezionato fin dal primo momento e che sento ormai parte di me.

Questa tesi in sociologia dello sviluppo, discussa alla Facoltà di Scienze Politiche, Dipartimento di Sociologia, dell'Università di Bologna è incentrata sulla cooperazione allo sviluppo in Bosnia Erzegovina e sulla situazione locale a vent'anni dallo scoppio dalla guerra.

Nel primo capitolo, dopo una breve introduzione storica, ho trattato la cooperazione allo sviluppo nei Balcani, analizzando, partendo dal libro La balcanizzazione dello sviluppo di Claudio Bazzocchi, le problematicità principali della cooperazione allo sviluppo in tutta l'area balcanica, una cooperazione fortemente “occidentalizzata” che ha cercato di sostituire quelle istituzioni della società civile che avevano lavorato attentamente durante il periodo titoista.

Successivamente, sempre nello stesso capitolo, ho preso in analisi l'emergere di un nuovo “attore” della cooperazione allo sviluppo nei Balcani, ovvero le mafie, le quali, soprattutto in Kosovo e in Bosnia Erzegovina, creano ONG ad hoc al fine di riciclare il denaro degli aiuti internazionali e di esercitare il proprio controllo sulla popolazione.

Nel secondo capitolo sono passato all'analisi della situazione in Bosnia Erzegovina oggi, da un punto di vista internazionale, prendendo in considerazione il Bosnia and Herzegovina 2011 Progress Report della Commissione Europea e il Dossier Bosnia-Erzegovina (2008) della Regione Emilia-Romagna.

Nel terzo capitolo ho continuato nell'analisi della situazione locale focalizzandomi però sul punto di vista di chi in Bosnia lavora e vive da sempre, ovvero Irfanka Pagašić, presidente di Tuzlanska Amica a cui ho somministrato alcune domande via e-mail.

Il risultato dell'analisi della situazione in Bosnia Erzegovina da due punti di vista così diversi è stato in realtà molto simile ovvero: la Bosnia è un Paese ancora estremamente in difficoltà, soprattutto dal punto di vista sociale (ad es.: il tasso di occupazione è estremamente elevato) e deve risolvere alcuni problemi quali la corruzione delle amministrazioni al fine di entrare nell'Unione Europea.

Il quarto ed ultimo capitolo della tesi è incentrato sulla analisi di due progetti di cooperazione allo sviluppo in Bosnia-Erzegovina molto diversi fra di loro, sia per quanto riguarda i finanziamenti sia per quanto riguarda le modalità di operazione nella zona. Da un lato presento il progetto SeeNet II di cui presento le criticità dovute soprattutto al fatto di essere un progetto di enorme portata, dall'altro presento il progetto avviato da Roberta Biagiarelli e Gianni Rigoni-Stern La Transumanza della Pace che si è posto un obiettivo più facilmente raggiungibile quale il far riscoprire le tradizioni contadine alla popolazione dell'altopiano di Sučeska, nei dintorni di Srebrenica, fornendo loro delle vacche di cui possano vendere il latte e ricavarne formaggi.


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