E' una produzione tipica del medioevo letterario serbo: l'agiobiografia. L'ultima opera ascrivibile a questo genere è la Vita di Stefano Dečanski composta nel XIV secolo dal monaco di origine bulgara Gregorio Camblak. Una tesi di laurea. Riceviamo e volentieri pubblichiamo

02/11/2011 -  Andrea Rapino

La nascita di uno stato serbo autonomo, il suo consolidamento e l'affermazione politica e militare nei Balcani e all'interno del Commonwealth bizantino, sono accompagnati dallo sviluppo di una produzione tipica del medioevo letterario serbo: l'agiobiografia. Con questo termine viene identificato il filone che si sviluppa dal XII-XIII secolo, e che rappresenta il più originale apporto serbo nel panorama culturale bizantino-slavo.

L'ultima opera ascrivibile a questo genere è la Vita di Stefano Dečanski composta nel XIV secolo dal monaco di origine bulgara Gregorio Camblak: su questo testo è incentrata la tesi, che ripercorre gli sviluppi della letteratura serba medievale parallelamente alle vicende politiche, partendo già dallo stanziamento nello spazio balcanico e dalla creazione delle prime compagini statali serbe autonome.

Le vicissitudini della dinastia fondata da Stefano Nemania, poi monaco con il nome di Simeone e quindi santo, sono caratterizzate dalla stretta interdipendenza tra Stato e Chiesa, dovuta anche ai legami famigliari: la sinergia tra potere terreno e spirituale trova un'ulteriore sintesi nella letteratura, che unisce in un unico filone l'agiografia e la letteratura celebrativa dinastica.

I tratti caratteristici dei due generi non sono infatti scindibili in quanto ogni re serbo, a partire da Nemania, esaurita la funzione di avveduto capo di stato e insuperabile condottiero sui campi di battaglia, indossa l'abito monastico, e dopo la morte diventa santo e protettore del suo popolo.

San Sava e il fratello Stefano Prvovenčani, rispettivamente primo arcivescovo e primo re di Serbia, inaugurano la produzione che esalta le gesta dei sovrani quali «zar religiosissimi e saggi»; ognuno di loro è «apostolo della patria» e «vincitore dei nemici barbari», ma allo stesso tempo il sovrano serbo possiede, nel solco della migliore tradizione cristiana, «la saggezza di Salomone, la dolcezza di Davide e la natura misericordiosa di Giuseppe».

Questo filone storico e letterario si spegne definitivamente con la Vita di Dečanski, scritta da Camblak quando la parabola politica ascendente della Serbia medievale è già giunta alla sua conclusione, e risultano vani i tentativi dei Lazarević di costruire una nuova e solida dinastia.


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