Kosovo, Republika Srpska e Transnistria. Tre aree geografiche, tre diverse tendenze all'indipendenza, tre diverse reazioni da parte della comunità internazionale. In una tesi di laurea specialistica un'analisi comparativa. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
La presente tesi si pone l’obiettivo di analizzare alcuni casi di separatismo nei Balcani ed Europa orientale, deflagrati con estrema potenza nel corso degli anni novanta del XX secolo, all’indomani dei mutamenti dovuti alla caduta dei regimi di ispirazione comunista. In particolare, questo studio è incentrato su tre casi specifici, quali il Kosovo e la Repubblica Srpska di Bosnia (regioni facenti parte della ex Federazione Jugoslava) e la Transnistria (regione di confine della ex Repubblica Socialista Sovietica Moldava). Questi tre casi presentano varie diversità ma anche alcune analogie, nelle cause scatenanti il sorgere dei separatismi, nel loro sviluppo, nelle diverse politiche attuate dalle potenze internazionali in ognuna di queste situazioni; senza dimenticare che ognuno dei tre casi in questione ha dato vita a dibattiti di natura giuridica (ad esempio sull’applicazione del diritto all’autodeterminazione dei popoli, la ricerca di maggiore democrazia come giustificazione dell’indipendenza, il ruolo del riconoscimento degli altri Stati) su cui la giurisprudenza e gli esperti di diritto non sono ancora riusciti a trovare una posizione unanime. Si vedrà anche come, di volta in volta, i vari attori internazionali, in primis Stati Uniti, Russia e paesi europei (ma anche organizzazioni internazionali quali l’ONU e l’OSCE) abbiano utilizzato a proprio favore questa mancanza di certezza giuridica per perseguire i propri scopi politici e strategici.
Questa tesi è divisa in quattro capitoli.
Nel primo capitolo sono esaminate le vicende del Kosovo. In particolare sono stati evidenziati gli atteggiamenti e le politiche dei vari attori internazionali prima, durante e dopo il conflitto, il ruolo delle varie missioni internazionali, il perdurare della questione etnica (attraverso il problema delle enclaves serbe), l’evoluzione del panorama politico kosovaro. Infine si è cercato di porre in risalto le conseguenze, reali e possibili della dichiarazione di indipendenza, nonché l’architettura istituzionale che ne è scaturita.
Oggetto di studio nel secondo capitolo è invece la Repubblica Srpska di Bosnia. Vengono esposte le posizioni della comunità internazionale prima, durante e dopo il conflitto, le varie missioni internazionali, la situazione economica e l’evoluzione del panorama politico bosniaco. E’ dato risalto ai rapporti fra le due entità componenti la Federazione di Bosnia-Erzegovina e si è infine cercato di comprendere il percorso di integrazione europea e i suoi possibili sviluppi.
Nel terzo capitolo è invece esaminato il caso della Transnistria: le vicende prima e durante il conflitto e il suo “congelamento” all’indomani dell’armistizio del 1993, il panorama politico moldavo e transnistriano, i vari “step” delle negoziazioni, il ruolo degli attori internazionali.
Il quarto e ultimo capitolo è invece incentrato sulla analisi dei tre casi di separatismo precedentemente esposti. I ragionamenti comparativi si sono basati su alcuni fattori, quali: le motivazioni alla base delle volontà separatiste, gli atteggiamenti degli attori internazionali prima, durante e dopo i conflitti, le missioni internazionali, gli assetti istituzionali e politici, l’economia. Si è infine cercato di tratteggiare possibili scenari futuri.
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