L'analisi delle 80 Risoluzioni delle Nazioni Unite che dal settembre 1991 e il novembre 1995 vennero emanate in merito ai conflitti nella ex Jugoslavia dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Una tesi di laurea. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
La guerra che ha infiammato l'ex-Jugoslavia - e in particolare la Bosnia-Erzegovina - negli anni Novanta del secolo passato offre innumerevoli spunti di riflessione: dalla questione del risveglio del nazionalismo in Europa, all'integrazione dei Paesi balcanici nell'Unione Europea, alla paura dell'Islam presente in maniera chiara o sottile nella cultura europea. Uno di questi spunti è di certo l'efficacia dell'azione degli organismi internazionali per salvaguardare la pace, in particolare l'efficacia dell'azione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, l'organizzazione interstatale che più di tutte ha la responsabilità di far rispettare la legge internazionale e la pace nel mondo.
La guerra in ex-Jugoslavia fu il primo conflitto caldo in Europa dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, perciò molte erano le speranze riposte nelle Nazioni Unite per bloccare o limitare il conflitto; invece la forte competizione tra Paesi come Francia, Germania, Russia e Stati Uniti hanno aggravato il conflitto, influenzando anche le decisioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
La tesi qui presentata (discussa all'Università degli Studi di Torino il 22 novembre 2011), ricca di uno studio bibliografico di opere italiane e inglesi, si propone nella prima parte di riflettere sulla consapevolezza della comunità internazionale riguardo la crisi che stava smembrando la Jugoslavia già prima dello scoppio della guerra: soprattutto si esaminano come i diversi nazionalismi presenti nel Paese balcanico non vennero mai cancellati, neanche durante il regime socialista, e come essi ritrovarono vigore e forza con la crisi economica e politica degli anni Ottanta del Ventesimo secolo.
Nella seconda parte invece viene presentato il lavoro di ricerca della tesi, cioè il confronto delle 80 Risoluzioni che dal settembre 1991 al novembre 1995 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha emanato, con lo studio della loro effettiva applicazione ed efficacia sul campo; in particolare le Risoluzioni vengono esaminate riguardo l'azione diplomatica dei Paesi interessati, l'embargo militare imposto con la Risoluzione 713, la missione militare UNPROFOR, gli aiuti umanitari e il genocidio attuato in Bosnia Erzegovina.
Nelle conclusioni si riflette quanto oggi siano efficaci gli strumenti giuridici e coercitivi che la Carta delle Nazioni Unite esprime, domandandosi quali siano i limiti che la guerra in Bosnia Erzegovina ha messo in luce; inoltre si riflette anche su quanto effettivamente i Trattati di Dayton abbiano salvaguardato o meno i confini internazionalmente riconosciuti e il rispetto dei diritti umani.
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