Studioso, editorialista, politico, con una grande attenzione per i Balcani. E' la figura di Terenzio Tocci. Nato in un paesino della Calabria a cavallo tra '800 e '900 contribuì alle relazioni tra Italia e sud est Europa, in particolare con l'Albania. Pubblichiamo due capitoli sulla sua figura tratti da una pubblicazione a cura di Francesco Fabbricatore
Un intellettuale arbëreshe, che si interessò come pochi altri in Italia degli eventi balcanici tra fine del XIX secolo e primi 40 anni del secolo successivo. Una figura poi quasi del tutto abbadonata dalla storiografia italo-albanese.
Stiamo parlando di Terenzio Tocci (in grafia albanese: Terenc Toçi). Nativo di San Cosmo Albanese in provincia di Cosenza, fu un personaggio di primo piano in seno al movimento nazionale e transnazionale denominato Rilindja arbëreshe (Rinascita italo-albanese: contribuì in modo decisivo al Risorgimento albanese o Rilindja Kombëtare), frequentò uomini come Arnoldo Mondadori, Nazario Sauro, Ricciotti Garibaldi e fondò riviste quali "Il Corriere dei Balcani" (1906), "Rivista dei Balcani" (1912), il primo giornale politico in Albania "Il Taraboshi" (1913). Ebbe inoltre un ruolo politico di primo piano in Albania sotto il re Zogu, divenendo ministro dell'Economia nel 1939, e presidente della Camera dei Deputati nel 1940, finendo per essere giustiziato nel '45.
Nel box qui a fianco proponiamo ora due paragrafi dedicati al pensiero del giovane Terenzio Tocci ripresi dalla pubblicazione "Il contributo arbresh alla questione albano-balcanica" a cura di Francesco Fabbricatore dove emerge come nonostante i suoi vent'anni il giovane Terenzio fosse in linea con uno dei più profondi conoscitori dell'impero turco di allora, l'albanese Ismail Qemali ( in grafia turca: Isma 'îl Kemâl Vlora), primo presidente dell'Albania indipendente, dimostrando una grande capacità interpretativa della politica imperiale ottomana.
La figura di Tocci è importante perché ha contribuito, rispetto all'area dei Balcani, come ricorda nel suo libro Francesco Fabbricatore a "completare il rovescio dei quadri degli eventi, quanto delle esegesi, limare quelle sovrastrutture ideologiche anacronistiche in seno alla storiografia contemporanea".
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