Sarà Sarajevo, capitale della Bosnia Erzegovina, la zona di operazioni per l'Italia e quindi anche per la Protezione civile trentina, dopo l’alluvione che nei giorni scorsi ha colpito il paese
Link: Ufficio stampa PAT
L’intervento inizierà fra circa una settimana, dopo la profilassi medica prevista in questi casi e che si farà in questi giorni. Nella giornata di sabato, 24 maggio, partirà, assieme a personale del Dipartimento nazionale della Protezione civile e della Regione Friuli Venezia Giulia, una squadra composta da Luisa Zappini, dirigente della Centrale unica di emergenza, e da Giovanni Tomasi del Servizio prevenzione rischi della Provincia autonoma di Trento con il compito di fare quello che in gergo tecnico si chiama “scouting”: una prima presa di contatto con il teatro in cui il nostro contingente si troverà ad intervenire utile anche per localizzare esattamente i luoghi di lavoro.
E’ notizia di oggi, inoltre, che il Consiglio dei ministri ha approvato lo stato d'emergenza per la Bosnia Erzegovina, paese che quindi riceverà aiuto dalle nostre Regioni e dalla Difesa. Dal Trentino partiranno 31 unità.
La Provincia autonoma di Trento aveva manifestato, nell’immediatezza dell’evento, la disponibilità a mettere a disposizione uomini e mezzi per prestare soccorso agli alluvionati. Il Dipartimento nazionale della Protezione civile aveva chiesto la collaborazione del Trentino, del Friuli Venezia Giulia e del Molise.
Per l’intervento partirà quindi una colonna mobile costituita da personale della Provincia autonoma di Trento, della Regione Friuli Venezia Giulia, della Regione Molise e del Dipartimento Nazionale della Protezione civile.
L’intervento si tradurrà sostanzialmente nell’allontanamento delle acque dalle abitazioni e nella rimozione del fango che si è depositato. Saranno presumibilmente impiegate idrovore, gruppi elettrogeni, cisterne per l'acqua potabile, taniche per la distribuzione dell'acqua potabile e tutta l’attrezzatura e i mezzi utili in questi casi.
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