Dal 2015 il Festival di giornalismo civile “Imbavagliati” dà voce a giornalisti che nei loro paesi subiscono censura e persecuzione, ma nonostante questo continuano a parlare e denunciare, mettendo a repentaglio la propria vita. Ora il suo progetto di aggiornamento costante sugli attacchi alla libertà di stampa rishia di chiudere e per questo ha avviato un crowdfunding
Fonte: Festival di giornalismo civile “Imbavagliati”
Dal 2015 il Festival di giornalismo civile “Imbavagliati”, ideato e diretto da Désirée Klain, dà voce a quei giornalisti che nei loro paesi subiscono il bavaglio della censura e la persecuzione in regimi dittatoriali, ma nonostante questo continuano a parlare, raccontare, denunciare, mettendo a rischio la propria vita. Il simbolo forte e senza tempo di questo progetto giornalistico è la Mehari di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano assassinato dalla camorra nel 1985 con lo slogan “Chi dimentica diventa il colpevole”. Oggi però il festival, in mancanza di fondi, rischia la chiusura. In un contesto in cui non è più necessariamente il giornalismo mainstream a fornire un racconto più veritiero ed approfondito dei fatti ma è il giornalismo indipendente, ci sembra importante e fondamentale fare tutto affinché questo appuntamento unico in Italia non muoia. La guerra in Ucraina dimostra la vitalità e la forza del giornalismo indipendente: decine di freelance sul posto ogni giorno rischiano la vita ma sono gli unici capaci di fornire un resoconto dettagliato di quanto accade. Purtroppo sui freelance e sugli indipendenti pende la spada di Damocle del precariato. Anche noi viviamo questa condizione e per questo vi chiediamo un aiuto, un supporto per continuare a produrre del buon giornalismo mantenendo al tempo stesso l’indipendenza, cosa difficile di questi tempi.
Il Festival Imbavagliati in questi anni ha garantito ventimila presenze, una rassegna stampa di oltre mille testate nazionali e internazionali, decine di speciali dedicati, tra gli altri, su quotidiani come Repubblica, il Corriere della Sera, il Manifesto, Il Fatto Quotidiano. Da sette anni Imbavagliati è l’unico appuntamento in Italia consacrato alla tutela della libertà di stampa e della libertà di parola nel mondo. In questi sette anni ci sono stati ospiti da mezzo mondo e soprattutto da quei paesi in cui fare giornalismo è rischioso: Turchia, Iran, Siria, Russia, Ucraina, Cina, Afghanistan, Algeria, Kurdistan etc. Quest’anno abbiamo avuto, tra i numerosi invitati, Wafa Ali Mustafa, attivista siriana, Waad Al-Kateab, regista siriana candidata agli Oscar con il film capolavoro “For Sama”, Oksana Chelysheva, giornalista russa sotto minaccia, Alexander Nevzorov, ex parlamentare russo, attualmente dissidente e condannato da Mosca con le recenti leggi bavaglio e Najeeb Farzad, attivista afghano rifugiato in Italia dopo la risalita al potere dei talebani. Questi ospiti, come quelli di tutte le edizioni precedenti che potrete leggere sul nostro sito online, dimostrano la forza e la potenza di questo festival. Un festival che però oggi rischia di chiudere.
Insieme al Festival, rischiamo di essere costretti ad abbandonare il progetto di fornire aggiornamenti costanti sugli attacchi alla libertà di stampa nel mondo. Grazie all’enorme rete internazionale di attivisti e giornalisti che abbiamo creato negli ultimi anni, vorremmo infatti ampliare il nostro sito e i servizi che attualmente offre ai lettori. In questo modo, Imbavagliati sarà anche un giornale dedicato alle voci che i regimi vorrebbero mettere a tacere. Incrociando banche dati, notizie dal campo ed esperienze dirette degli ospiti del Festival, terremo sempre viva l’attenzione sui pericoli che i giornalisti corrono attualmente nel mondo. Un progetto che richiede un grande impegno, anche in termini economici, ma assolutamente fondamentale per non lasciare soli i reporter. La lotta contro il bavaglio, infatti, non può fermarsi quando si spengono i riflettori del Festival e quando gli invitati tornano nei rispettivi Paesi, rischiando la propria vita per raccontare la verità. Negli scorsi anni, questo lavoro è stato svolto dai giornalisti volontari che si dedicano a “Imbavagliati” ma, ovviamente, questo non è un modello sostenibile.
“Imbavagliati” infatti non puo’ basarsi esclusivamente sulla passione e buona volontà di persone che sospendono per un attimo le proprie attività, di studio e professionali. Per questo abbiamo deciso che, se non riceveremo nessun sostegno, abbandoneremo il nostro progetto, chiudendo definitivamente il sito e privando le centinaia di coraggiosi ospiti che si sono avvicendati dal 2015 della piattaforma che li aveva accolti e ne aveva amplificato le voci. Puoi darci una mano? Vuoi partecipare al nostro crowdfunding di "Produzioni dal basso" affinché Imbavagliati continui a vivere e al tempo stesso diventi la piattaforma italiana per la libertà di stampa con articoli, reportages, video, analisi da tutto il mondo fatte dai migliori giornalisti in circolazione? Vuoi aiutarci a farci diffondere le storie di cronisti che rischiano la vita, attiviste che si sollevano contro i regimi, bloggers che sfidano la censura della rete per informare il mondo cosa accade dietro la cortina di fumo dei governi? Allora partecipa anche tu al crowdfunding.