A Modena, dal 9 al 19 maggio si terrà un festival per capire il nostro presente, a cura di Roberta Biagiarelli, promosso da Associazione culturale Magazzini San Pietro e Babelia & C. Tra gli ospiti i giornalisti Paolo Rumiz, Azra Nuhefendić, Dario Terzić, Andrea Oskari Rossini, accanto a Jovan Divjak, Kanita Ita Fočak, Melita Richter e molti altri
Link: Balcani d'Europa
In un'epoca in cui bene comune ed esercizio della cittadinanza sono sempre meno praticati e in cui in tutto il mondo, anche nei paesi che hanno costruito la loro storia sulla difesa della democrazia, si alzano muri e si marcano confini, raccontare i Balcani significa compiere non solo un atto di memoria, ma di resistenza. Resistere alla paura, allo smarrimento, al timore del diverso, alla tentazione di dire “prima noi”. Resistere perché il passato non elaborato si ripete e oggi il villaggio è globale.
Da queste premesse nasce "Balcani d'Europa, lo specchio di noi", progetto a cura di Roberta Biagiarelli, promosso da Associazione culturale Magazzini San Pietro e Babelia & C. - progetti culturali, realizzato con il sostegno di Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, dei Comuni di Modena, Formigine, Maranello, Sassuolo, della Fondazione Vivere il Sapere/Istituto Sacro Cuore di Modena, con il patrocinio di Regione Emilia-Romagna ed in collaborazione con Istituto Storico di Modena, Consorzio Creativo, Fondazione L'educazione costruisce la Bosnia, Associazione ADL a Zavidovići Onlus.
Dal 9 al 19 maggio Modena e il suo territorio saranno costellati da incontri, testimoni, approfondimenti storici: esercizi di cittadinanza, come recita il sottotitolo della manifestazione, per capire il nostro presente. Numerosi e di rilievo gli ospiti che parteciperanno fra i quali il giornalista e scrittore Paolo Rumiz, l'ex generale dell'esercito bosniaco Jovan Divjak, la giornalista bosniaca Azra Nuhefendić, il redattore e documentarista Andrea Oskari Rossini, il giornalista Dario Terzić.
L'iniziativa, che nasce da un lavoro ventennale portato avanti dall’attrice e autrice Roberta Biagiarelli - a partire dal 1998, anno di debutto del suo monologo "A come Srebrenica " che ha realizzato ben oltre 500 rappresentazioni in Italia e all'estero -, si presenta come un percorso multidisciplinare a più voci che, attraverso testimonianze dirette, incontri con gli studenti, teatro e fotografia, si pone l'obiettivo di fare memoria su uno dei periodi più tragici della storia recente d'Europa e, parallelamente, di alimentare la coscienza democratica, in particolare nelle giovani generazioni.
Un'iniziativa che si apre nel nome di Luca Rastello (intellettuale, scrittore, giornalista, attivista) che ci ha lasciati tre anni fa. Con il suo libro fondamentale 'La guerra in casa ' (1998, Einaudi) ha dato l'opportunità 20 anni fa a Roberta Biagiarelli, Giovanna Giovannozzi e Simona Gonella di lavorare su questa sconfinata materia e realizzare il monologo "A come Srebrenica", dedicato al conflitto balcanico e all'ultimo grande genocidio compiuto in Europa dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
Si parte proprio da Srebrenica, il 9 maggio presso il Teatro Sacro Cuore di Modena alle ore 21.00, con la testimonianza teatrale di Roberta Biagiarelli e l'intervento di Kanita Ita Fočak e Agostino Zanotti. Uno spazio fisico, un tempo – quello delle testimonianze di chi ha vissuto il dramma di un conflitto troppo spesso liquidato come “fratricida” e relegato, nella coscienza europea, a problema di una sola terra per molte anime in conflitto – e, contemporaneamente, un monito: a non dimenticare e a costruire possibilità di convivenze e legami di pace.
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Per ulteriori informazioni si veda la pagina Facebook del Festival