Si è conclusa il 19 novembre la missione dell'Enpa in Bosnia Erzegovina. Sono stati consegnati aiuti alimentari a due associazioni locali. Su iniziativa dell'Enpa, entro fine anno verrà realizzato a Banja Luka un rifugio per cani randagi
Fonte: Enpa - Ente nazionale Protezione Animali
Lo scorso 19 novembre si è conclusa con successo la missione dell'Unità di Intervento Nazionale dell'Enpa a Prijedor e Banja Luka, in Bosnia Erzegovina. I volontari Enpa hanno consegnato due tonnellate di aiuti alimentari alle associazioni bosniache Prijedor Emergency e Sapa U Srcu che si occupano di randagi e hanno avuto incontri istituzionali di vertice con le autorità, nonché con il console italiano a Banja Luka.
In Bosnia Erzegovina il randagismo è un problema gravissimo, complicato dalla pratica di sopprimere i cani randagi, dall'assenza di un efficiente sistema di anagrafe canina e di un piano di sterilizzazioni. Nel canile di Prijedor, secondo i dati forniti a Enpa dalla stessa Municipalità, dal 2009 sono stati soppressi 5.400 cani, 800 solo nel 2015. Una mattanza inaccettabile e del tutto incompatibile con le regole dell'Unione Europea. Entro la fine dell'anno, la Bosnia Erzegovina presenterà formale richiesta per entrare a far parte dell'Ue.
“Alle autorità abbiamo chiesto di fermare le soppressioni e abbiamo offerto collaborazione per definire in tempi brevissimi un piano complessivo per la gestione del randagismo che sia rispettoso dei diritti degli animali”, ha dichiarato Michele Gualano, Direttore Generale Enpa Onlus, presente in Bosnia con l'Unità di Intervento Nazionale. “Partirà dunque un intervento più incisivo dell'Enpa – ha aggiunto Gualano – e per questo abbiamo già ottenuto il via libera da parte delle autorità locali”.
“Entro la fine dell'anno – ha aggiunto Antonio Fascì, responsabile dell'Unità di Intervento Nazionale dell'Enpa – torneremo a Banja Luka per realizzare un piccolo rifugio. In questo modo riusciremo a salvare centinaia di randagi, oggi soppressi per strada e nelle campagne”.
La missione appena conclusa ha avuto sin dall'inizio il sostegno della nostra Ambasciata a Sarajevo e l'adesione di 53 Sezioni della Protezione Animali, le quali hanno dato vita a una catena di solidarietà partita dalla nostra Sezione di Treviso, che per prima ha raccolto la disperata richiesta di aiuto dell'associazione Prijedor Emergency. Le Sezioni Enpa hanno raccolto e conferito beni e aiuti consegnati ai pochi – ma bravissimi – volontari bosniaci.
L'Unità di Intervento Nazionale, rientrando, ha portato in Italia anche alcuni cani già adottati da famiglie italiane tra cui Ina, una splendida cagnetta ritrovata, mesi fa nell'area di Prijedor, con un profondo taglio alla gola. Ora, dopo le cure, sta benissimo.
Per Enpa hanno partecipato alla missione, oltre a Gualano e a Fascì, il veterinario Meir Levy, i volontari Valeria Ariè, Loredana Carbone, Maria Rita Martelli, Valentina Perin e Antonio Ricci.
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