La Corte dei conti europea analizzerà le misure adottate dalla Commissione per far sì che i paesi ricevano i finanziamenti dalle casse dell’UE solo se rispettano lo Stato di diritto. Ci si concentrerà sui finanziamenti a titolo della politica di coesione dell’UE e della ripresa dalla pandemia di COVID-19 e riguarderà un campione di sei paesi: Bulgaria, Grecia, Italia, Ungheria, Polonia e Romania
“Le violazioni dello Stato di diritto, quali l’incapacità di condurre adeguate indagini sulla corruzione o la mancanza di indipendenza del potere giudiziario, possono avere serie implicazioni finanziarie nell’UE e possono condurre a usi illegittimi dei fondi dell’UE negli Stati membri”, ha affermato Annemie Turtelboom, il membro della Corte che dirigerà l’audit. “L’audit della Corte determinerà se l’uso degli strumenti a disposizione della Commissione per tutelare il bilancio dell’UE dalle violazioni dello Stato di diritto è stato efficace, in particolare nell’ambito dei finanziamenti a titolo di coesione e ripresa.”
Lo Stato di diritto è uno dei valori fondamentali dell’UE: ciascun membro della società è soggetto in egual misura al diritto, gli organi giurisdizionali operano in modo indipendente e imparziale e vige la separazione dei poteri. L’UE ha sviluppato una serie di strumenti giuridici, finanziari e di monitoraggio, oltre ad altri meccanismi, per far rispettare lo Stato di diritto negli Stati membri. Tra detti strumenti vi sono il Meccanismo di cooperazione e verifica, le procedure di infrazione e le relazioni annuali sullo Stato di diritto. Inoltre, nel 2020 è stato adottato un regolamento sulla condizionalità per proteggere la sana gestione finanziaria del bilancio dell’UE nel suo insieme. Tali norme, a determinate condizioni, prevedono che l’accesso dei paesi ai finanziamenti dell’UE venga sospeso, limitato o ristretto nel caso in cui si siano verificate gravi violazioni dello Stato di diritto. Finora, queste misure di protezione sono state adoperate solo nei confronti dell’Ungheria (a dicembre 2022), paese che vedrà sospeso il 55 % dei fondi che avrebbe dovuto ricevere nell’ambito di tre programmi a titolo della politica di coesione dell’UE.
L’audit verterà in particolare su tre diversi ambiti di protezione degli interessi finanziari dell’UE dalle violazioni dello Stato di diritto: l’applicazione del regolamento UE sulla condizionalità da parte della Commissione, le norme applicabili in materia di fondi della politica di coesione nel periodo 2021‑2027 e quelle applicabili nel quadro dell’RRF (Resilience and Recovery Fund).
L’audit riguarderà le azioni della Commissione nei confronti di un campione di sei paesi: Bulgaria, Grecia, Italia, Ungheria, Polonia e Romania.
La Commissione europea è responsabile di individuare e ovviare a possibili violazioni dello Stato di diritto negli Stati membri. Il Consiglio dell’UE, che riunisce i governi degli Stati membri, deve approvare le misure di protezione proposte dalla Commissione nel quadro del regolamento sulla condizionalità, oltre a traguardi e obiettivi specifici concernenti le carenze al riguardo nel quadro dell’RRF. La Commissione può anche interrompere il rimborso della spesa del Fondo di coesione se i princìpi non vengono rispettati. Inoltre, il Parlamento europeo può affrontare questioni relative allo Stato di diritto durante la fase annuale di discussione in contraddittorio della gestione del bilancio dell’UE da parte della Commissione (“discarico”).
La relazione di audit dovrebbe essere stilata tra circa un anno.