E' soprattutto noto per la sua raccolta di poesia "Il dormiente di pietra". Ora sono numerose le iniziative per dedicare alla figura e opera di Mak Dizdar un museo a Sarajevo
Nel 2017 ricorreva il centenario della nascita del grande poeta, scrittore e saggista Mak Dizdar, nato a Stolac in Erzegovina nel 1917 e divenuto famoso soprattutto per la sua raccolta di poesie Kameni spavač (1966), tradotta in italiano come “Il dormiente di pietra”. Con le sue opere, Dizdar ha dato un contributo fondamentale allo sviluppo di un canone letterario bosniaco, valorizzando un’identità locale ispirata ad un passato medievale locale pre-ottomano di sincretismo culturale e spirituale. In particolare, Dizdar ha tratto la sua ispirazione dalle impressionanti pietre tombali chiamate “stećci” (la cui necropoli più famosa è quella di Radimlja, vicino Stolac), e dalle loro misteriose simbologie ed iscrizioni in alfabeto bosančica.
I primi cent’anni di Mak Dizdar sono stati celebrati nel paese attraverso numerosi eventi culturali organizzati dalla Fondazione omonima, tra cui un importante convegno scientifico svoltosi al Bošnjački Institut e alla Internacionalni Univerzitet u Sarajevu (IUS), a cui hanno partecipato studiosi e relatori non solo dalla Bosnia ed Erzegovina ma da tutto il mondo.
Altre iniziative in memoria di Mak Dizdar hanno avuto luogo nella vicina Croazia (Zagabria e Spalato), ad Oslo in Norvegia e persino a Jakarta in Indonesia, dove è stata pubblicata l’ultima traduzione in lingua indonesiana del Kameni spavač.
Nonostante il successo di tali commemorazioni, tuttavia, la fondazione culturale Mak Dizdar (www.makdizdar.ba) denuncia la mancanza di volontà da parte delle autorità cittadine di ricordare degnamente la presenza storica del celebre poeta nello spazio pubblico di Sarajevo. Nella Baščaršija, infatti, in via Luledžina 12, si trova la casa dove Dizdar abitò per diversi anni e fu attivo come scrittore, giornalista ed intellettuale. Sul suo muro esterno è stata collocata diversi anni fa una lastra memoriale in suo onore, ma l’edificio rimane inutilizzato, e versa in condizioni non ottimali.
Di recente, la Fondazione, assieme al Museo di letteratura e delle arti teatrali della Bosnia ed Erzegovina (Muzej književnosti i pozorišne umjetnosti Bosne i Hercegovine), che custodisce la maggior parte dei manoscritti di Mak Dizdar, ha avviato la richiesta per l’istituzione di un museo e di uno spazio espositivo a lui dedicato proprio in questo edificio, appartenente alla municipalità della città vecchia (Stari Grad). Lo scopo sarebbe quello di creare una mostra permanente dedicata a Dizdar, dando al luogo il nome di Makova hiža (“La casa di Mak”).
Tuttavia, seppure il sindaco della città vecchia, Ibrahim Hadžibajrić, abbia affermato in passato di voler appoggiare tale progetto, il consiglio municipale si è finora rifiutato di considerare la proposta, il cui esito rimane del tutto incerto dal momento che esiste un parallelo piano di insediarvi la sede della casa dei mestieri artigiani. Tale iniziativa aveva oltretutto ricevuto il sostegno di Bakir Izetbegović, il membro bosgnacco della presidenza tripartita del paese (e figlio dell’ex presidente Alija), il quale, in occasione dei festeggiamenti per il centenario della nascita di Mak Dizdar tenutisi al teatro nazionale di Sarajevo ad ottobre scorso, aveva assicurato il suo supporto alla realizzazione di un Museo a lui dedicato. Nonostante tali promesse, il progetto resta bloccato, e rischia di rimanere sommerso a causa dei rapidi cambiamenti che stanno investendo Sarajevo e delle diverse priorità dell’amministrazione cittadina.
Ad ogni modo, la speranza di riuscire ad aprire uno spazio memoriale dedicato all’opera di Mak Dizdar nella casa dove hanno visto la luce alcune delle sue opere più importanti non si è ancora del tutto spenta. La Fondazione, che in questi anni è riuscita a realizzare molti progetti rilevanti tra cui l’istituzione del Premio letterario “Slovo Makovo”, non si vuole arrendere e ha pertanto deciso di lanciare una petizione rivolta a cittadini non solo bosniaci ma anche di altre parti del mondo che vogliano esprimere il loro supporto alla causa. Chiunque può contribuire apponendo la propria firma alla petizione, dando un segnale decisivo ed incoraggiante a favore della creazione di un luogo di condivisione culturale, in un paese ancora lacerato da divisioni politiche e bisognoso di una memoria unitaria e “sovraetnica”. In tale modo, l’immaginario squisitamente bosniaco del “Dormiente di Pietra”, degli eretici medievali bosniaci, perseguitati ma mai arresisi, potrà ottenere un riconoscimento ancora più valido quale patrimonio comune di tutti gli abitanti di questo paese, ponendosi come vivo ponte fra passato, presente e futuro, e come messaggio spirituale di stampo universale.
Potete firmare la petizione a questo link: https://www.onlinepeticija.com/makdizdar .