Rossella Vignola 1 luglio 2014

A più di un mese dalle elezioni di maggio, la politica europea entra finalmente nel vivo. Si riunisce oggi la prima sessione plenaria che eleggerà il prossimo presidente del nuovo Parlamento

Sono iniziati a circolare ieri pomeriggio i primi tweet con cui gli eurodeputati freschi di nomina e di entusiasmo annunciano, senza nascondere una punta di orgoglio, di essere pronti alla seduta costitutiva del Parlamento Europeo che si aprirà oggi a Strasburgo, con la quale si avvia ufficialmente l'ottava legislatura europea.

Il nuovo Parlamento, composto da 751 deputati, è costituito da 7 gruppi politici e dai "Non Iscritti". La più grande famiglia europea rimane quella del PPE (Partito Popolare Europeo) che rappresenta la forza politica di maggioranza, a cui seguono i socialisti raggruppati nell' S&D (Socialisti e Democratici europei). Ad una certa distanza troviamo l'ALDE (Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa), i Verdi, il gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europeo (ECR), le Sinistre Europee (EUL/NGL) e gli euroscettici guidati dall'inglese Nigel Farage che hanno creato il gruppo Europa della libertà e della democrazia (EDF) nel quale sono confluiti i deputati eletti nelle file del Movimento 5 Stelle.

A restare a bocca asciutta, invece, l'estrema destra di Marine Le Pen che non è riuscita a formare un gruppo proprio all'interno del PE. La presidente francese del Front National (primo partito in Francia) non è riuscita a trovare i 25 deputati di 7 paesi diversi che, secondo le procedure del PE, permettono la costituzione di un gruppo politico autonomo. Il motivo del nulla di fatto è stato il mancato accordo tra l'alleato di estrema destra olandese e la destra radicale polacca guidata da Janusz Korwin-Mikke. Al fallimento ha contribuito anche il ritiro, all'ultimo momento, di Angel Dschambaski, rappresentante del Movimento Nazionalista bulgaro. Ma tra i "non iscritti" sono finiti anche gli eurodeputati italiani della Lega Nord e quelli greci della destra neo-nazista di Alba Dorata.

Non rientrare nei gruppi politici costituiti ha conseguenze penalizzanti, come l'esclusione da cariche, nomine e dossier, ma anche limitazioni al tempo di parola durante i dibattiti e ai contributi, erogati solo a titolo personale e non per l'attività politica del gruppo.

Il primo atto del nuovo Parlamento sarà quello di eleggere il Presidente dell'unico organo comunitario eletto direttamente dai cittadini europei. Secondo il regolamento interno, i candidati per la presidenza possono essere proposti da un gruppo politico o da almeno 40 eurodeputati. Il candidato risulta eletto se ottiene, con un voto che si svolge a scrutinio segreto, la maggioranza assoluta dei voti validi espressi, ovvero il 50% più uno.

In realtà, al di là della conta dei voti, appare scontata la riconferma del socialdemocratico tedesco Martin Schultz, presidente uscente, che dovrebbe agevolmente ottenere i voti di socialisti, popolari e liberali. La rielezione di Schultz è un tassello del complesso puzzle degli equilibri e delle nomine che ha conosciuto una prima definizione soltanto qualche giorno fa al vertice europeo di Ypres in cui i leader europei si sono accordati, a seguito di complessi negoziati, sulla nomina del lussemburghese Jean-Claude Junker alla presidenza della Commissione.

Ma all'ordine del giorno della prima plenaria, che durerà fino al 3 luglio, ci sono anche altre questioni. Oltre al presidente del Parlamento, verranno eletti anche i 14 vicepresidenti e i questori e composte le commissioni parlamentari. Inoltre, si discuterà dei risultati del Consiglio Europeo tenutosi in Belgio il 26 e 27 giugno, e si terrà il dibattito finale sul lavoro compiuto dalla Presidenza di turno greca con il Primo ministro Antonis Samaras e il Presidente Barroso.

Mercoledì sarà invece il turno dell'Italia, che riceve dalla Grecia il testimone per la guida del Consiglio Europeo fino a dicembre 2014. Il Premier Matteo Renzi discuterà con gli eurodeputati riuniti le priorità da affrontare e l'agenda della presidenza italiana dell'Unione.

 

Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto BeEU - 8 Media outlets for 1 Parliament

Log in or create a user account to comment.