Oggi si tiene la presentazione dell’iniziativa che si terrà l'11 settembre a Venezia e in tutta Italia, che in pochi giorni ha registrato l’adesione di moltissime associazioni, artisti, politici, religiosi. Il regista Andrea Segre spiega l'origine dell’idea e avverte: non può restare un atto simbolico
Fonte: Redattore Sociale
Scalzi come chi ha perso tutto. In marcia come le migliaia di profughi che si sono incamminati a piedi dall’Ungheria al confine con l’Austria, dimostrando nei fatti che i muri e le frontiere si possono abbattere pacificamente.
Si svolgerà venerdì in tutta Italia la “Marcia delle donne e degli uomini scalzi”: un’iniziativa in solidarietà con i richiedenti asilo che bussano alle porte dell’Europa, lanciata da un gruppo di artisti e attivisti (Andrea Segre, Giulio Marcon, Ascanio Celestini e Gianfranco Bettin) al Festival del cinema di Venezia, diventata in poche ore una vera e propria manifestazione nazionale. Sono 35 le città che hanno aderito all’iniziativa, da Milano fino a Pozzallo. Tantissime anche le adesioni che portano la firma di associazioni da sempre al fianco dei migranti, c’è gran parte del mondo cattolico e non mancano le sigle sindacali, con Susanna Camusso, che ha assicurato la sua presenza al lido, al fianco di Nichi Vendola. Presenti, insieme a una corposa rappresentanza di migranti, anche diversi artisti, uomini e donne del mondo cattolico e parlamentari di diversi schieramenti politici. I nomi e i dettagli sullo svolgimento saranno resi noti domani in una conferenza stampa a Roma, al termine della quale una delegazione di organizzatori sarà ricevuta dalla presidente della Camera Laura Boldrini. L'appuntamento principale resta comunque venerdì 11 alle 17 in piazza Santa Maria Elisabetta, al Lido di Venezia. In contemporanea in molte altre città d’Italia.
“Non so bene cosa ci aspettassimo quando abbiamo lanciato l’iniziativa, che oramai è diventata nazionale – sottolinea Andrea Segre, regista di diverse opere che trattano il tema dell’immigrazione come “Io sono Lì” e "Mare chiuso". - Di certo abbiamo capito che nel paese c’era un’urgenza e l’abbiamo catalizzata attraverso una simbologia chiara, quella della marcia degli scalzi.
Poi l’attualità è entrata con la sua forza, abbiamo visto tutti le immagini dei profughi marciare da Budapest a Vienna. E questo ha fatto sì che molti cittadini sentissero ancor più forte il bisogno di prendere la voce rispetto a quanto sta accadendo in Italia e in Europa”. Il messaggio che verrà lanciato è chiaro: l’accoglienza dei profughi è una sfida di dignità, di democrazia e di civiltà. Ma nelle intenzioni dei promotori la manifestazione non deve restare solo un atto simbolico. Tra le ipotesi c’è che, dopo venerdì, dalla partecipazione di piazza possa nascere un movimento per chiedere risposte chiare al governo. “Le sfide che abbiamo davanti sono due – continua Segre – Innanzitutto dobbiamo riempire di contenuti questi appuntamenti per farli diventare obiettivi politici da mandare avanti in maniera chiara. Bisogna capire, per esempio, cosa significa l’apertura dei confini da parte della Germania, come cambiare Dublino e quali sono le conseguenze della suddivisione dei rifugiati tra paesi. Sono tutti aspetti che vanno analizzati. L’altra sfida è capire cosa vogliamo fare dal 12 settembre perché questa non resti solo una manifestazione simbolica. Intanto venerdì inizieremo a dire in modo chiaro che l’immigrazione non è un corpo estraneo con cui avere a che fare, ma fa parte di noi, per questo marciamo scalzi. Poi rifletteremo su come andare avanti”.
Sono tantissime le persone del mondo politico e dello spettacolo che hanno deciso di manifestare l’11 settembre in tutta Italia, ma alla testa dei cortei che si svolgeranno nelle diverse città, ci saranno quei profughi che già oggi vivono nei nostri territori e faticano a trovare un’accoglienza dignitosa. Una marcia partirà dal centro Baobab di Roma, nella capitale, dove da due mesi sono i cittadini e i volontari a occuparsi di assicurare un pasto. A Milano al fianco dei migranti manifesterà anche Emergency. Diverse iniziative sono previste anche in Sicilia nei luoghi simbolo dell’immigrazione, da Palermo a Pozzallo. L’iniziativa principale resta quella di Venezia, dove sfruttando i riflettori della Mostra del cinema il messaggio di solidarietà ai richiedenti asilo avrà una valenza internazionale. Durante il Festival, inoltre, verrà proiettato lo spot a sostegno della Giornata mondiale del Rifugiato 2015, realizzato dalla Conferenza Permanente dell’Audiovisivo Mediterraneo e dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.
Oltre a Milano, Roma e Venezia la Marcia delle donne e degli uomini scalzi si terrà poi a Genova, Palermo (il 10 settembre), Torino, Alessandria, Caltagirone e in altre trenta città. Lo scopo è quello di chiedere un radicale cambiamento delle politiche sull'immigrazione. In particolare, l'apertura di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature; accoglienza degna e rispettosa per tutti; chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti.
Tra i primi a sottoscrivere l’appello e ad aderire alla manifestazione: Lucia Annunziata, don Vinicio Albanesi, Gianfranco Bettin, Marco Bellocchio, don Albino Bizzotto, Elio Germano, Gad Lerner, Giulio Marcon, Valerio Mastandrea, Grazia Naletto, Giusi Nicolini, Marco Paolini, Costanza Quatriglio, Norma Rangeri, Roberto Saviano, Andrea Segre, Toni Servillo, Sergio Staino, Jasmine Trinca, Daniele Vicari, don Armando Zappolini. Numerose adesioni stanno arrivando in queste ore, tra cui quelle delle suore Rita Pimpinicchi e Filomena Scrocca, piccole sorelle di Jesus Caritas, impegnate nell’accoglienza di oltre 100 profughi nel seminario arcivescovile di Fermo. Tra le associazioni spiccano Arci, Cnca, Emergency, Lunaria, il Forum del Terzo settore, la Cgil e la Cisl.
L'elenco di tutti gli aderenti e gli aggiornamenti sulla manifestazione si possono seguire a questo link .