Un database, tutto dedicato alla questione della parità di genere in Europa. Recentemente sono stati messi a disposizione i dati dal 2005 al 2015
All'inizio del mese di ottobre, lo European Institute for Gender Equality ha pubblicato i dati relativi ad un'indagine durata dieci anni (dal 2005 al 2015) sulle disparità di genere all'interno dei paesi dell'Unione Europea.
Il report, accompagnato da un aggiornamento nei database dell'istituto e dalla presentazione dei dati in un grafico interattivo, mette in evidenza 7 macroaree, nelle quali queste differenze sono messe in mostra: lavoro, tempo, salute, potere, soldi, conoscenza e violenza (per quest'ultima macroarea non sono però ancora stati resi pubblici i dati).
L'ambito del potere, ossia la capacità delle donne di influire nelle dinamiche decisionali private o pubbliche, è quello che ha visto il maggior avanzamento della popolazione femminile rispetto a quella maschile, con un guadagno di ben 10 punti in 10 anni. Mentre, all'opposto il tempo libero da impiegare in attività sociali resta un miraggio per le donne, ancorate alle faccende domestiche (78.7% contro il 33.3% degli uomini impegnati in casa).
Se da una parte i risultati appaiono positivi, almeno in generale, dall'altra una certa critica viene rivolta alla lentezza con cui questi miglioramenti sono stati raggiunti; dal 2005 al 2015, si è registrato un miglioramento netto di soli 4 punti nell'indice generale. La Grecia in particolare, con i suoi 50 punti per la popolazione femminile a fronte dei 100 per quella maschile, chiude la classifica aperta dalla Svezia che la distanzia di più di 30 punti (80 per la popolazione femminile e 100 per quella maschile). L'Italia, benché per alcuni fattori si classifichi al di sotto della media dei paesi UE, dimostra un discreto impegno, risultando il paese che ha compiuto più passi avanti in 10 anni (più di 12 punti di stacco dai dati del 2005).
Stringendo il focus sull’area dell’Europa sud-orientale, oltre alla pessima performance della Grecia, salta agli occhi una generale stagnazione che non ha prodotto molti miglioramenti nella maggior parte dei paesi in questione (Romania, Bulgaria, Cipro, Grecia, Slovenia e Croazia). Unica eccezione che si piazza nella parte di classifica al di sopra della media europea è la Slovenia con 68.4 punti. Anche la Bulgaria, con i suoi 58 punti, dimostra una crescita notevole rispetto a dieci anni fa, in particolare per quanto riguarda il coinvolgimento delle donne in svariati ambiti sociali (dalla presenza nell’apparato delle telecomunicazioni alle organizzazioni sportive).
Nella visualizzazione sottostante il persistere - nei vari ambiti analizzati - della disparità di genere in Europa. A fronte di un 100 della popolazione maschile quella femminile raggiunge solo il punteggio di 66.2: