Un gruppo di giovani selezionati in Trentino per essere “moltiplicatori di informazione europea” e promotori di iniziative sul territorio e sul web. E' il cuore del progetto “Essere in Europa”
Negli anni settanta, il segretario di Stato americano, Henry Kissinger, esprimeva il suo sarcasmo sulla Comunità europea coniando la famosa domanda: “Who do I call if I want to call Europe?”. Nel 2012, quando l'Unione europea ha ricevuto il premio nobel per la pace, l'ironia di quella domanda è tornata sulla scena stimolando moltissimi vignettisti a disegnare gag su chi tra Barroso, van Rompuy e Schulz sarebbe andato a prendersi il premio. Quando a Stoccolma si sono presentati tutti e tre, la soluzione è parsa troppo diplomatica a più di qualcuno.
Da allora sono trascorsi altri due anni di crisi economica e monetaria; c'è stata l'escalation di violenze in Ucraina, mentre le sofferenze dell'Africa e del Medio Oriente hanno continuato a colorare di rosso il Mediterraneo. Le elezioni per il rinnovo del parlamento europeo sono inoltre passate in mezzo ad un clima agitato dai populismi da una parte e caratterizzato dall'indifferenza dall'altra.
Ma davvero l'Europa unita è da dipingere a tinte così fosche? La scelta del progetto “Essere in Europa” sembra andare in controtendenza.
“Essere in Europa ” è frutto di un partenariato tra il Servizio Europa (fondato dal Centro di Documentazione Europea con la collaborazione di Europe Direct Trentino) e l’Ufficio giovani e servizio civile della Provincia autonoma di Trento. A questi due partner, si è affiancato il Movimento Punto Europa, realtà che da anni agisce in Trentino per promuovere un dibattito pubblico sulla cittadinanza europea.
Conoscere le istituzioni comunitarie è il primo passo che il progetto propone a 8 studenti selezionati dell'Ateneo di Trento; ai membri di alcune associazioni e ai ragazzi di due scuole superiori di Trento, l'Istituto Tecnico-Economico Tambosi-Battisti e il Liceo Scientifico Da Vinci. L'obbiettivo è di fornire degli strumenti per compiere un'analisi critica e ponderata a partire da un più dettagliato studio delle istituzioni europee e del processo di integrazione. L'idea è quindi quella di coinvolgere i giovani affidando loro il compito di essere “moltiplicatori di informazione europea” e promotori di iniziative sul territorio e sul web.
Per far questo, prima di un viaggio presso le istituzioni europee che si terrà il prossimo dicembre, sono stati programmati 4 incontri formativi, in parte già tenutisi, in cui sono intervenuti o sono previsti interventi di Alessandro Cavagna di Servizio Europa; di Marco Brunazzo, politologo dell'Università di Trento e del Centro Jean-Monet; di Emanuela Bozzini, sociologa dell'Università di Trento. L'ultimo incontro è stato pensato infine con la modalità dei working groups per stimolare i partecipanti a mettersi in gioco in vista della restituzione alla cittadinanza, fase successiva al viaggio che li vedrà protagonisti.
I temi che si affronteranno in quell'occasione saranno relativi all'ambiente, al centenario della Prima Guerra Mondiale e al tema delle frontiere europee. La visita alla casa di Adenauer, cancelliere della Germania Ovest e padre fondatore dell'Ue assieme agli italiani Altiero Spinelli e Alcide De Gasperi e ai francesi Jean Monet e Robert Schuman, segue questa direzione portando i partecipanti a guardare più nel dettaglio le tracce che in origine hanno avviato il cammino dell'integrazione europea. Oggi sembrano dimenticate e riscoprirle è un primo passo da compiere per evolvere assieme una coscienza collettiva, che sappia con autocritica riprendere in mano un ragionamento sulla identità europea che sembra ormai mancare.
L'interesse a parlare d'Europa sembra non mancare. Alla proposta "Essere in Europa" le scuole hanno risposto immediatamente e due istituti si sono subito collocati in lista di attesa; ma anche tra gli studenti universitari c'è stata la stessa attenzione e le domande per le selezioni agli 8 posti disponibili erano attorno all'ottantina. Questo ha spinto i partner a partire a breve con una riedizione del progetto.
Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto BeEU - 8 Media outlets for 1 Parliament.
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