redazione 28 marzo 2025
Photo Credit: Euronews via IPI

I partner Media Freedom Rapid Response chiedono la fine immediata della repressionedopo aver documentato attacchi, detenzioni e misure di censura contro i media

La piattaforma Mapping Media Freedom ha registrato 12 casi di violenza mirata contro giornalisti da parte della polizia.
L'evento più preoccupante è stata la brutale aggressione al giornalista Tansel Can da parte di sette agenti, che ha portato al suo ricovero in ospedale. Il giornalista dell'Agenzia Anadolu Hakan Akgün ha riportato la rottura del naso, mentre la corrispondente della Reuters Dilara Şenkaya ha riportato ferite alla fronte, sempre a causa di attacchi delle forze dell'ordine. La situazione è peggiorata il 24 marzo con detenzioni e irruzioni in casa , durante le quali la polizia ha arrestato 11 giornalisti che stavano riportando notizie delle proteste a Istanbul. Il giorno successivo sette di loro sono stati accusati di “violazione della legge sulle riunioni e le manifestazioni”. Tutti i detenuti, tranne uno, sono stati rilasciati in attesa del processo il 27 marzo.

Il 26 marzo, il corrispondente di BBC News Mark Lowen è stato prelevato dal suo albergo e trattenuto per 17 ore prima di essere espulso in quanto “minaccia all'ordine pubblico”. Il 28 marzo, la corrispondente di Evrensel Nisa Sude Demirel e la corrispondente dell'agenzia di stampa ETHA Elif Bayburt sono state arrestate durante un raid della polizia avvenuto di prima mattina.

Il 21 marzo, l'ente di regolamentazione delle trasmissioni RTÜK ha imposto sanzioni finanziarie massime a diversi canali televisivi e ha minacciato di revocare le licenze di trasmissione ai media che non si basano esclusivamente su dichiarazioni ufficiali. In seguito a questo avvertimento, i canali filogovernativi hanno interrotto la copertura in diretta delle proteste. Il 27 marzo, l'RTÜK ha emesso una sospensione delle trasmissioni di 10 giorni per SZC TV, oltre a restrizioni di programma e sanzioni finanziarie per altri tre canali televisivi. L'RTÜK ha anche minacciato di bloccare due canali YouTube, tra cui uno di proprietà del giornalista Fatih Altaylı, se non avessero ottenuto la licenza di trasmissione entro 72 ore.

Le autorità turche hanno anche attuato misure di censura a tappeto, bloccando oltre 700 account di social media, tra cui diversi giornalisti e organi di informazione. Per tre giorni, dopo l'arresto iniziale di İmamoğlu il 19 marzo, le autorità hanno imposto severe restrizioni di banda sui social media, in quello che appare come un piano premeditato per limitare l'accesso pubblico alle informazioni.

Il governo turco sta usando molteplici poteri per fermare la copertura mediatica indipendente della crescente crisi politica: è in questi momenti che il giornalismo al servizio del pubblico e non dei potenti è più importante e deve essere difeso con forza. Il consorzio MFRR invita le autorità turche a rilasciare immediatamente tutti i giornalisti, ad avviare un'indagine indipendente sulle violenze della polizia, a revocare tutte le misure di censura e a garantire che i giornalisti possano riferire liberamente senza timore di rappresaglie.

Firmato

Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa (OBCT)
International Press Institute (IPI)
European Federation of Journalists (EFJ)
European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)
Free Press Unlimited (FPU)
ARTICLE 19 Europe