15 febbraio 2022

"Questo è il tempo di dichiarare la pace e non la guerra!". Alla petizione lanciata dalla Tavola per la Pace, affinché sulla crisi in Ucraina l'Unione europea si impegni nel rilancio del dialogo e della cooperazione, nella ricerca di soluzioni pacifiche alla crisi, stanno seguendo manifestazioni in diverse città d'Italia. Mercoledì 16 febbraio è la volta del Trentino

Fonte: Tavola per la pace

Su invito dell’Arcivescovo di Trento, Monsignor Lauro Tisi, le campane delle Chiese trentine suoneranno mercoledì 15 febbraio alle ore 20:00 per far sentire la contrarietà alla guerra in Ucraina.

Le associazioni trentine che lo scorso 9 febbraio hanno promosso a ROvereto l’incontro "La crisi in Ucraina tra venti di guerra e diplomazie " sulla situazione in Ucraina, sono solidali con questa iniziativa e per questo invitano tutta la cittadinanza per mercoledì 16 febbraio alle ore 20 presso la Chiesa della Sacra Famiglia a Rovereto. Il Centro Pace, Ecologia e Diritti Umani di Rovereto invita a partecipare per una condivisione che prevede lettura di appelli per la pace, poesie e riflessioni. Inoltre, vengono invitati cittadini e cittadine e mettere una candela alla finestra delle proprie abitazioni in segno di Pace.

Nella provvidenziale Giornata di preghiera per la pace in Ucraina, indetta il 26 gennaio 2022 da Papa Francesco, Flavio Lotti (Tavola della pace) e Marco Mascia (Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” – Università di Padova) hanno lanciato un appello contro la guerra in Europa e invitano tutti e tutte a sottoscriverlo. Segue il testo della petizione della Tavola per la Pace. Per firmare, si veda a questo link .

 

È una inaccettabile follia. La sola idea che si debba tornare ad affrontare una guerra in Europa è una autentica follia.

Tutti i responsabili dell’Unione Europea e della politica internazionale sono chiamati ad agire con determinazione per impedire che la crisi dell’Ucraina sfoci in una nuova guerra che avrebbe conseguenze devastanti per tutto il mondo. Sarebbe una pericolosissima regressione storica.

L’Europa dica subito una parola chiara: Mai più guerra in Europa! E agisca di conseguenza.

Non c’è alcuna possibilità di difendere i diritti umani o di risolvere le crisi muovendo carri armati, soldati, navi e aerei di guerra.

Questo è il tempo di dichiarare la pace e non la guerra!

Con la guerra si scaricherebbe su noi tutti una catastrofe umanitaria, una crisi energetica ed economica di enormi e incontrollabili proporzioni.

Con la guerra tutto andrà perduto. Con la pace tutto è ancora possibile.

L’Unione Europea è un progetto di pace. Nessun processo di allargamento politico o militare può avvenire a spese della vita e della pace. L’Unione Europea deve affrontare alla radice tutti i problemi che da lungo tempo attraversano e colpiscono l’Ucraina e i confini orientali. L’obiettivo principale deve essere la paziente e tenace costruzione della pace e della sicurezza dall’Atlantico agli Urali anche attraverso un reale processo di disarmo.

Allo stesso tempo, è necessario riconoscere che l’escalation in Ucraina è espressione del grave prolungato deterioramento delle relazioni internazionali e dell’altrettanto serio indebolimento delle Istituzioni internazionali. L’Italia e l’Europa lavorino per cambiare rotta: senza il rispetto della legalità internazionale, senza la democratizzazione e il rilancio del dialogo politico e della cooperazione a tutti i livelli sarà impossibile difendere i diritti umani e affrontare efficacemente le tante crisi che incombono.  Non è possibile fare la guerra e, allo stesso tempo, promuovere la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Non è più ammissibile che la sicurezza degli stati continui a prevalere sulla sicurezza umana.

Per l’UE, per la sua storia, per i suoi valori, per i suoi cittadini, il Diritto internazionale dei diritti umani è la bussola per la soluzione del conflitto in Ucraina.

Le guerre costituiscono una criminale sequela che ha le caratteristiche del circolo vizioso: guerra chiama guerra. Perché il cerchio si spezzi occorre che vengano meno gli attributi militari degli stati-nazione; si affermino strutture democratiche di governo mondiale; si metta in funzione il sistema di sicurezza collettiva previsto dalla Carta delle Nazioni Unite. Il Trattato di Lisbona, stabilisce espressamente che “l’Unione promuove soluzioni multilaterali ai problemi comuni, in particolare nell’ambito delle Nazioni Unite. …L’Unione opera per assicurare un elevato livello di cooperazione in tutti i settori delle relazioni internazionali al fine di: … preservare la pace, prevenire i conflitti e rafforzare la sicurezza internazionale, conformemente agli obiettivi e ai principi della Carta delle Nazioni Unite, …” (art. 21).

Flavio Lotti, Tavola della pace
Marco Mascia, Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” – Università di Padova

Tutti i nostri approfondimenti nel dossier "Ucraina: la guerra in Europa"