Il Parlamento ucraino ha votato ieri 16 giugno a favore di una proposta di legge su trasparenza della proprietà dei media. Ora la proposta di legge dovrà passare ad una seconda lettura dell'aula
Link: Kyiv Post
Con il conflitto tra Russia e Ucraina la questione della trasparenza sulla proprietà dei media è divenuto un argomento di grande dibattito nel paese. Inoltre, secondo il portale on-line KyivPost, avere media indipendenti è l'unica strada percorribile per l'Ucraina per portare avanti le necessarie riforme e per riuscire a spiegarle ai cittadini.
“Questa legge permette ed obbliga tutte le televisioni e le radio ad indicare tutti i loro proprietari” ha spiegato Mykola Kniazhytskiy, del Fronte popolare Arseniy Yatsenyuk prima del voto “vi chiedo di sostenerla e dimostrare che siamo in grado di costruire una nuova Ucraina”. Kniazhytskiy è stato assieme a Vadym Denysenko, del Blocco del presidente ucraino Petro Poroshenko, relatore in assemblea sulla legge.
Lo scorso autunno il parlamento aveva già adottato una legge che obbligava tutte le aziende, non solo gli editori, a fornire informazioni in merito al loro assetto societario e alla loro proprietà. Ma questa legge, effettiva da poco, non è riuscita a dare alcuna risposta su chi sono i veri proprietari dei media ucraini. I suoi principali difetti: ammende troppo basse e nessun meccanismo di verifica sulle informazioni fornite.
La nuova legge cerca oggi di emendare a queste mancanze istituendo multe più salate (possono arrivare sino al 25% del costo delle licenze) e trasformando il Consiglio nazionale per tv e radio in un'istituzione indipendente che potrà condurre indagini di tipo amministrativo e garantire o revocare le licenze.
La nuova legge inoltre vieta a società off-shore di essere proprietarie di TV e radio. Una rivoluzione se si considera che la maggior parte dei media ucraini sono registrati nel paese attraverso società all'estero, che di fatto rendono impossibile identificare i reali proprietari.
Un'analisi condotta da Olena Loginova e Natalie Sedletska, giornaliste di Radio Free/Radio Liberty, sostenuta dal Organized Crime and Corruption Reporting Project, ha rivelato che ben 43 sui 60 principali media nel paese avevano società off-shore nelle loro strutture proprietarie.
“La questione della trasparenza nella proprietà dei media è uno degli elementi chiave per la maturità di una democrazia” ha dichiarato Jan Tombinski, a capo della delegazione UE in Ucraina durante un convegno sulla libertà dei media tenutosi a Kiev lo scorso 11 giugno “i cittadini hanno il diritto di accedere alle informazioni e di sapere chi vi è dietro. E questo è quanto mai importante in Ucraina relativamente alle televisioni, perché la maggior parte della popolazione è lì che va a cercare le informazioni”.
“Sarò onesta, la resistenza a questa legge sarà feroce” ha dichiarato al Kyv Post Viktoria Siumar, a capo del Comitato parlamentare sulla libertà di parola e le politiche di informazione e tra le estensrici della proposta di legge “nessuno sembra intenzionato a registrare nuovamente la propria proprietà, nessuno vuole sbarazzarsi delle società off-shore, un modo molto conveniente per pagare poche tasse, per lasciare un cono d'ombra sulla struttura societaria, per non dover essere responsabili di fronte a nessuno. Ma questa situazione deve cambiare”.
Questa pubblicazione è stata prodotta nell'ambito del progetto European Centre for Press and Media Freedom, cofinanziato dalla Commissione europea. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto
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