Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati sarebbero circa 20mila i profughi e migranti attualmente sulle isole, il che mette a dura prova le limitate strutture di accoglienza presenti. L'UNHCR ha sostenuto il governo nel suo tentativo di incrementare la capacità di accoglienza, tuttavia tale capacità continua ad essere estremamente limitata.
Fonte: AISE
Gli operatori dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) presenti sulle isole greche hanno lavorato durante tutta la settimana per fornire aiuto ai rifugiati, ai migranti e alle comunità ospitanti colpiti da uno sciopero dei trasporti marittimi durato quattro giorni che si è concluso questa mattina. Secondo l’Agenzia Onu sarebbero circa 20mila i rifugiati e migranti attualmente sulle isole, il che mette a dura prova le limitate strutture di accoglienza presenti.
“Questa situazione – spiega l’UNHCR in una nota – ha reso ancora più evidente quanto già sottolineato dalle nostre ripetute richieste perché vengano migliorate le condizioni e la capacità stessa di accoglienza in Grecia. Il recente accordo per l’aumento dei posti di accoglienza nel paese sarà un fattore chiave per stabilizzare la situazione e sostenere il programma di ricollocamento”.
L'UNHCR “sta collaborando con l'Unione Europea e gli Stati membri per sostenere questa iniziativa. Questa settimana sono stati fatti dei progressi, con il primo trasferimento in aereo di 30 richiedenti asilo siriani e iracheni dalla Grecia verso altri paesi dell'Unione Europea - in questo caso in Lussemburgo”.
A Lesbo, il numero di persone arrivate giovedì 5 novembre è in leggera diminuzione, tuttavia si stima che già mercoledì fossero presenti sull’isola tra 7mila e 10mila rifugiati e migranti. Molti di loro si trovano all’interno o nei dintorni della città principale di Mytilini. Centinaia di loro alloggiavano nella zona portuale in tende da campeggio e altre migliaia nel sito di Moria. L'UNHCR ha sostenuto il governo nel suo tentativo di incrementare la capacità di accoglienza, anche attraverso l’allestimento di unità abitative e di una grande tensostruttura con funzioni di magazzino dell'UNHCR. Tuttavia tale capacità continua ad essere estremamente limitata, al punto che alcune persone sono state costrette a rimanere all'aperto durante la notte, comprese donne e bambini. Oltre a mezzi per i trasferimenti, l'UNHCR ha distribuito coperte, materassini e barrette energetiche per aiutare chi dormiva all’aperto a tenersi caldo. L'UNHCR ha poi utilizzato altoparlanti per informare le persone sullo sciopero e su altre questioni rilevanti.
Giovedì sull’isola di Leros si trovavano circa 3.400 rifugiati e migranti, su una popolazione totale di circa 8mila persone. Ciò ha messo a dura prova i servizi pubblici, acqua ed elettricità comprese. Il personale dell'UNHCR a Leros sta identificando le persone con bisogni specifici per dare loro priorità nell’assegnazione dei pochi alloggi disponibili. L’Agenzia sta costruendo nuove unità abitative per le famiglie di rifugiati, ma il sovraffollamento rende estremamente difficile trovare spazi adatti. L’UNHCR lavora inoltre per migliorare i servizi idrici e sanitari, anche attraverso l’installazione di pompe e collabora con polizia e Guardia Costiera per distribuire aiuti, tra cui coperte. Anche il cibo scarseggia e perfino i negozi locali stanno esaurendo le scorte a causa dello sciopero dei trasporti che ha bloccato le normali consegne sull'isola. I volontari, tuttavia, hanno anche provveduto alla distribuzione di cibo.
A Chios, sono almeno 1.700 le persone arrivate ieri (giovedì), il che porta il totale di presenze sull'isola ad almeno 2.400. Al momento si sta assistendo a un picco di arrivi, che ci si aspetta continui finché il tempo è buono. Vi è una carenza di alloggi e le persone dormono nel giardino comunale, dove l'UNHCR ha allestito circa 80 tende per le persone più a rischio. Sono inoltre già pieni la grande tensostruttura allestita dall'UNHCR al porto e gli alberghi locali. Un nuovo sito di accoglienza dell'UNHCR a Souda potrebbe essere pronto entro venerdì, aiutando ad alleviare le attuali pressioni.
Sempre ieri (giovedì) a Samos, il bel tempo e il mare calmo hanno portato ad un aumento degli arrivi, circa 900 persone, per la maggior parte siriani. Con questi nuovi arrivi, sono ormai 3.500 i rifugiati e migranti in attesa sull'isola, dove c’è carenza di alloggi. Alcune persone alloggiano in un centro di identificazione, mentre circa 2.500 si trovano nella zona portuale, dove i più vulnerabili dormono all’interno di 16 container messi a disposizione dalle autorità locali. Molti dei nuovi arrivati hanno montato le loro tende nel porto, mentre altri dormono per terra o su materassini forniti dell'UNHCR. Il sovraffollamento complica la distribuzione degli aiuti, ma l'UNHCR sta identificando le persone con bisogni specifici e cercando di facilitare le operazioni di registrazione. Il cibo viene distribuito dal Comune, dai militari, da una ONG e da volontari. L'UNHCR contribuisce distribuendo barrette energetiche.
Anche a Kos, il bel tempo e il mare calmo hanno portato a continui arrivi ed è stata registrata un'altra tragedia in mare che ieri ha provocato la morte di un bambino di 4 anni e la scomparsa di un altro di 6.
Gli operatori dell'UNHCR riferiscono che sta crescendo il numero di famiglie di afgani e iraniani in arrivo, benchè i siriani rimangano tuttora in maggioranza. Sull'isola, ci sono poche risorse disponibili per rifugiati e migranti. Tutti gli alberghi sono al completo e il parco archeologico, dove la maggior parte delle persone trascorre la notte, è sovraffollato. L'UNHCR si è appellato al comune perchè adibisca un campo di basket, un teatro o un stadio locale ad alloggi temporanei, ma la richiesta è stata rifiutata. L'UNHCR ha intensificato l’assistenza, fornendo anche coperte e materassini attraverso l’associazione Kos Solidarity.
Nella vicina Kalymnos, le associazioni della comunità locale hanno fornito un buon supporto alle persone arrivate, anche accompagnando i sopravvissuti di un recente naufragio a Kos per i servizi funebri. Circa 250 rifugiati sono attualmente sull'isola. I nuovi arrivati soggiornano in hotel o in un edificio dismesso che il comune ha messo a disposizione. L'UNHCR sta allestendo un centro di emergenza nel porto, che comprenderà 16 unità abitative per le famiglie di rifugiati, gestite dal comune. In queste circostanze, in tutte le isole, migliaia di donne e bambini rifugiati sono costretti a stare all'aperto durante la notte o in strutture di accoglienza sovraffollate e inadeguate, in cui sono esposti a tutti i tipi di rischi, compreso quello di violenze sessuali. Fornire loro un alloggio adeguato è essenziale per proteggerli e diventa ancora più importante con l’inverno alle porte.
I minori non accompagnati e separati dalle loro famiglie rappresentano una fonte di preoccupazione sempre più grande; l'UNHCR sta fornendo supporto per i ricongiungimenti familiari e dando loro tutto il sostegno necessario. L'Agenzia sta inoltre fornendo supporto psicosociale e legale alle vittime dei naufragi mentre i volontari e i partner continuano a svolgere un ruolo fondamentale per colmare alcune delle lacune più gravi.
L'UNHCR, conclude la nota, “continuerà a sostenere le autorità greche per migliorare le capacità d’accoglienza e di registrazione sulle isole”. L’Agenzia ha lanciato un appello per raccogliere 32 milioni di dollari in vista dell’inverno in Grecia. Questa richiesta è parte di un piano complessivo di 96 milioni di dollari per affrontare l’inverno in Grecia e nei Balcani che l’UNHCR ha annunciato giovedì 5 novembre.