Si apre in Romania un dibattito analogo a quello italiano. I tagli al settore della cooperazione allo sviluppo mettono a rischio i programmi delle ONG e il recente ruolo del paese nelle politiche di sviluppo internazionale
Lo scorso marzo, la Federazione romena delle ONG attive nella cooperazione allo sviluppo (Fond) ha inviato al ministero degli Esteri una lettera in cui esprimeva la propria preoccupazione, denunciando una mancanza di coerenza e visione strategica da parte dello stesso ministero nell'implementare la strategia nazionale nel settore. Il casus belli è il taglio del budget, ridotto dai cinque milioni di euro stanziati nel 2007 e nel 2008 agli 1,9 milioni del 2009. Secondo Valentin Burada, vice presidente del Fond, questo significa che quest'anno nessun contributo governativo sarà garantito alle ONG impegnate in progetti di cooperazione allo sviluppo (i paesi destinatari sono principalmente Moldavia, Serbia e Georgia): "questi fondi non bastano per una coerente progettazione per il 2009, ma sono appena sufficienti a coprire impegni presi nel 2008. Di fatto, quindi, non ci sono fondi per il 2009". Ma questa non è l'unica preoccupazione.
Il taglio del budget implica anche una ristrutturazione all'interno del ministero degli Esteri, con lo spostamento della direzione Cooperazione allo sviluppo sotto la Direzione generale per la diplomazia economica. "Questo secondo noi è un chiaro segnale che la strategia di cooperazione allo sviluppo non rappresenta più una priorità nell'agenda del governo e del ministero degli Esteri. In seguito alla ristrutturazione, la direzione Cooperazione allo sviluppo è stata retrocessa al rango di servizio e c'è il rischio che sparisca del tutto", continua Burada.
La mancanza di un meccanismo di finanziamento che permetta alle ONG di accedere ai fondi governativi per lo sviluppo di progetti di cooperazione è sempre stata una questione aperta per il Fond. Solo ora, tuttavia, la federazione ha deciso di rendere pubblico il problema, visto che il 2008 è stato anno di elezioni e le ONG erano impegnate a far sì che i partiti integrassero le esigenze del settore nelle rispettive agende elettorali. Inoltre, il ministero degli Esteri aveva sempre rassicurato i suoi interlocutori che le cose si sarebbero evolute nella direzione giusta e che nel dicembre 2008 sarebbe stata elaborata e approvata una nuova proposta di legge che avrebbe tenuto conto del parere e degli stimoli provenienti dalla societa civile. Nel frattempo, però, il cambio di governo ha fatto slittare l'approvazione del provvedimento.
"A causa della crisi finanziaria internazionale, i tagli al budget destinato al ministero degli Esteri nel 2009 hanno portato al dimezzamento dei fondi a disposizione del settore cooperazione. Le ONG non sono gli unici soggetti scontenti di questa realtà: anche le controparti governative comprendono che ora sarà impossibile per la Romania tener fede agli impegni presi negli anni precedenti, come quello di contribuire ai fondi globali e internazionali", afferma Denisa Brand Jacobsen, Project Officer del progetto Sniecoda ("Strengthening the national institutional and educational capacity to carry out Official Development Assistance programmes/projects") di Undp Romania.
La relazione annuale dell'Aid Watch Report rileva che molti stati di nuova adesione all'UE, inclusa la Romania, avendo limitate capacità strategiche e di pianificazione nel settore della cooperazione, preferiscono operare soprattutto attraverso l'assistenza multilaterale con donazioni a fondi UE e globali, in particolare al sistema delle Nazioni Unite.
Come argomenta il vice presidente del Fond, "Questa non è una cosa negativa, ma poiché in Romania ci sono capacità ridotte e il livello di consapevolezza in questo settore è molto limitato sia tra i cittadini che tra i politici, crediamo fermamente che il nostro primo obiettivo dovrebbe essere proprio la costruzione di tali capacità nel paese, assistenza bilaterale inclusa. Per il paese sarebbe stata una grande opportunità di dimostrare di essere un soggetto europeo capace e responsabile...Il ministero degli Esteri ha preferito cedere la piccola somma allo Undp Romania, che a sua volta ha ingaggiato consulenti esterni. Prendere esperti a contratto poteva essere fatto direttamente dal ministero degli Esteri, con un po' di assistenza da parte dell'UE e più precisamente da vecchi stati membri come Svezia, Finlandia, Germania o magari Stati Uniti. Le ONG si sono poi rivolte per sovvenzioni direttamente alle linee di finanziamento europee - il che è un paradosso, poiché la UE sembra avere più fiducia nel finanziare i progetti rumeni di cooperazione allo sviluppo che lo stesso governo rumeno".
Il governo rumeno ha fornito 1,35 milioni di dollari allo Undp Romania per un programma inteso a costruire capacità operative in soggetti sia governativi che non governativi per l'attuazione di progetti di cooperazione allo sviluppo (governativi, non governativi, nel settore privato, nei mass-media, in ambiente accademico). Altri 110mila dollari sono stati distribuiti per sei progetti di sensibilizzazione realizzati da ONG romene, tutte del Fond. Questi progetti, attuati in cinque città tra dicembre 2008 e marzo 2009, erano indirizzati soprattutto a sensibilizzare i giovani e coinvolgerli in attività di volontariato sui temi relativi agli Obiettivi del millennio e alla cooperazione allo sviluppo.
Nella maggior parte dei nuovi stati membri, lo Undp non è più presente oppure è scarsamente coinvolto nei programmi di sviluppo. Questo, chiaramente, non è il caso della Romania. "Lo Undp è presente in Romania dal 1972 ed è stato prezioso per il governo rumeno per il suo coinvolgimento nei programmi indirizzati alle sfide dello sviluppo e al rafforzamento delle capacità a livello locale. Molti stati europei hanno la capacità di attuare progetti governativi in modo autonomo, e quindi per loro cooperare con Undp è una cosa superflua, ma nel caso della Romania, alla fine del 2007, questo era necessario, ed era in effetti l'unico modo per attuare il programma nazionale di capacity-building", ha dichiarato la Brand Jacobsen.
Sia nel 2007 che nel 2008, il Fond ha ritenuto con forza che il solo progetto della Romania come nuovo paese membro fosse quello di implementare la propria politica di cooperazione allo sviluppo. Ora però l'organizzazione sente che le carte in tavola sono cambiate, visto che questa politica viene "seppellita" a causa di scarsi finanziamenti, crisi e tagli di bilancio. La lettera di marzo non ha finora ricevuto alcuna risposta. Le ONG vogliono adesso dare vita ad un dibattito pubblico in cui tutti i soggetti coinvolti saranno invitati a partecipare e insieme decidere le azioni future più adeguate.
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