Un parco naturale nel sud dell'Albania e la sua risposta all'arrembante speculazione edilizia che sta martoriando la costa albanese: il turismo eco-sostenibile. Un'intervista.
I dati diffusi dal Ministero del Turismo Albanese e dall'INSTAT indicano una presenza di 213 mila turisti stranieri nel Paese contro i 176 mila dello scorso anno, con un picco di 80 mila presenze nel solo mese di luglio, fra cui anche visitatori inglesi, francesi, tedeschi ed italiani: una conferma del fatto che il turismo è sempre più una risorsa fondamentale per lo sviluppo e la riqualificazione dell'Albania. Tra gli enti che più si stanno adoperando per scongiurare il rischio di speculazione edilizia anche il Butrint National Park che sta rilanciando attraverso risorse messe a disposizione dalla Banca Mondiale, una politica di sviluppo turistico sostenibile nel comprensorio del Parco, avviando così un progetto di turismo familiare nei villaggi di Xarra e Murcia, situati nell'entroterra a sud di Butrint. Nel mezzo di una zona incontaminata e tranquilla, gli abitanti mettono a disposizione le loro case per quanti desiderano sperimentare l'ospitalità albanese; il servizio offerto è di bed & breakfast, concepito per evolversi rapidamente in un concetto di ospitalità familiare a tutto tondo, con le abitanti di Xarra e Murcia liete di cucinare e condividere con gli ospiti le abitudini quotidiane della vita rurale albanese. Osservatorio sui Balcani ha intervistato Emanuele Santi, della Banca Mondiale, uno tra i promotori del progetto.
Osservatorio sui Balcani: Il progetto di turismo eco-sostenibile nel Sud dell'Albania vede tra i protagonisti la Banca Mondiale. Come si è arrivati ad individuare questo campo d'azione ed il Parco di Butrint in particolare?
Emanuele Santi:La Banca Mondiale e' impegnata da tempo nel sostegno delle aree protette della regione ed e' stata uno dei protagonisti nella creazione e nel sostegno del Parco di Butrinto, che e' forse l'area protetta piu' affascinante e meglio conservata del paese. In particolare, due anni fa, ci si è accorti che se non si faceva qualcosa per le popolazioni che vivono nel parco, se non si
offrivano delle alternative concrete, la sua conservazione sarebbe stata a rischio. Si è dunque vista l'opportunità di coinvolgere queste popolazioni in un progetto turistico comunitario e eco-sostenibile, legato alla visita del Parco, ma anche all'offerta di servizio turistici dalle comunità stesse, come l'artigianato locale, i giri in barca con i pescatori del luogo e il Bed and Breakfast nei villaggi circostanti il Parco. La Banca ha dunque chiesto il sostegno della cooperazione italiana per un progetto pilota che potesse cogliere questa grande sfida.
OB: Quanti sono e su che arco temporale vengono impiegati i fondi destinati al progetto?
E.S: La cooperazione italiana ha messo a disposizione 300,000 dollari su due anni, mentre la Banca ha messo a disposizione il proprio staff per la progettazione e la supervisione del progetto. Il progetto terminerà nell'estate del 2005, anche se l'impegno della Banca Mondiale continuerà con altre iniziative simili negli anni a seguire.
OB: Quali le difficoltà principali incontrate sino adesso nel relazionarsi con i responsabili del Parco e con le autorità locali?
E.S: La difficoltà principale è stata quella di relazionarsi con delle autorità locali senza una chiara visione
dello sviluppo turistico dell'area, spesso catturata dagli interessi della speculazione edilizia e poco attenta ai temi della conservazione ambientale.
OB: L'Albania è nel pieno di una forte fase di cementificazione delle coste e speculazione edilizia, dove sono coinvolti naturalmente anche interessi di gruppi criminali. Si ha avuto sentore di questo avviando il progetto sul Parco di Butrint?
E.S: Il parco è forse una delle isole felici dell'Albania, grazie soprattutto al grande impegno del suo direttore, Auron Tare, e al sostegno delle organizzazioni internazionali, che hanno avuto il coraggio e la forza di preservarlo. Alcune aree circostanti non hanno avuto lo stesso destino. Questo ci ha forzato a reinventare un circuito diverso, cercando di evitare le località cementificate e sviluppando un itinerario differente. E' una battaglia costante, che si vince solo dimostrando la fattibilità dell'alternativa eco-sostenibile. Credo che in parte ci stiamo riuscendo.
OB: Vi sono in Albania altre realtà e progetti che si occupano di turismo sostenibile in contatto ed in rete con l'attività avviata sul Parco di Butrint?
E.S: Questa è precisamente la grande sfida. La cooperazione tedesca ha sostenuto un progetto simile nei pressi del lago di Ohrid, mentre la regione Marche è intervenuta con Bed and Breakfast ad Himara. L'obiettivo di questa seconda fase è infatti legare queste esperienze e offrire una rete di offerta al turista che visita l'Albania con rispetto per l'ambiente e in sostegno alle comunità locali.
OB: Quali caratteristiche ha il "turista medio" che visita il Parco?
E.S: Ci sono due grandi categorie: il turista albanese o Kossovaro, organizzato in gruppi o famiglie, interessato a scoprire un piccolo angolo del paese e della storia albanese da un lato, e il turista internazionale, un po'
più curioso e piu'interessato al contatto con la popolazione locale e all'ambiente. E' su questo tipo di turista che vogliamo puntare.
OB: Nel relazionarsi con le famiglie che dovrebbero accogliere i turisti fornendo servizi di B&B quali sono state le sorprese positive e quali invece le difficoltà principali?
E.S: Ciò che ci ha colpito maggiormente è l'interesse e la motivazione della gente. Siamo partiti da nulla, lavorando con le comunità tra le più povere del paese, e siam finiti con lo sviluppo di una gamma di servizi turistici adeguati al turista intenazionale. Le difficoltà principali sono state un'idea distorta del turismo, la stessa che porta molti Albanesi a puntare sul grande Albergo e sul turismo di massa. Convincere gli Albanesi che un diverso approccio al turismo è possibile è certo la grande sfida.
OB: L'immagine dell'Albania in Europa occidentale è soprattutto legata ai flussi di migranti, a situazioni di estrema povertà... come convincere il turista occidentale che c'è molto altro?
E.S: L'immagine dell'Albania non aiuta, ma appena si approda nel paese delle aquile ci si rende conto che è un'immagine distorta. Fortunatamente il turista occidentale è molto curioso e amante della diversità. Si organizza sempre di più sulla base del passaparola e sui racconti di altri viaggiatori. Quest'anno abbiamo coordinato, con l'aiuto della Weber Shandwick, la pubblicazione di vari articoli su periodici specializzati che stanno un po' cambiando il modo di vedere il paese. Internet è poi pieno di racconti superaffascinanti. La pagina del progetto www.butrinti.org è anch'essa un ottimo stimolo. Infine, il turista di oggi è per lo più un visitatore, alla ricerca di un contatto con le realtà remote, che vuole non solo vedere luoghi ma anche contribuire allo sviluppo locali. Con il progetto di sviluppo sostenibile in Albania, il visitatore può dunque esser parte di questo processo, avere un incontro indimenticabile con un paese misterioso, passare giornate a stretto contatto con popoli interessanti e luoghi ricchi di cultura e contribuire allo sviluppo e la conservazione di uno degli angoli più belli della terra.
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