Aumentano gli attacchi dei ribelli. Le forze russe rispondono intensificando i bombardamenti. Un articolo tratto da Peacereporter
Di Enrico Piovesana, Peacereporter
Serjen-Yurt è un piccolo villaggio di collina, venti chilometri a sud-est di Grozny. Poche decine di case allineate lungo la strada sterrata che dalla piana di Shali si inerpica verso le montagne di Vedenò, più a sud, risalendo il corso del fiume Khulkhulau.
I fitti boschi che coprono le alture a monte del villaggio sono rifugio dei guerriglieri indipendentisti, e per questo obiettivo dei bombardamenti dell'artiglieria russa posizionata alla periferia della città di Shali, a valle. Quasi ogni notte le bombe sibilano poco sopra i tetti di Serjen-Yurt, andando a cadere nei boschi, a poche centinaia di metri dalle case, con forti esplosioni che fanno tremare la terra, i muri e le persone.
Notti sotto le bombe. "Vanno avanti così da tutta l'estate", ha raccontato al Prague Watchdog un residente. "Spesso il bombardamento va avanti per tutta la notte. Abbiamo paura, dormire è impossibile. Molti si rifugiano nelle cantine fino a quando i sibili e i boati non cessano".
Ma spesso qualcuno, soprattutto i più anziani, non reggono allo stress e allo spavento. Il 19 ottobre un vecchio del villaggio è stato fulminato da un infarto durante un bombardamento. Vittima, indiretta, di questa guerra infinita.
Per immaginare quello che stanno passando queste persone, cosa sentono ogni notte, si pensi solo che il tremore del terreno causato dallo scoppio delle bombe ha gravemente danneggiato un'ottantina di case del villaggio: grandi crepe sui muri, soffitti crollati e altri danni paragonabili a quelli di un forte terremoto. Uno ogni notte.
Guerriglia più attiva. Se le forze russe non fanno tacere i loro cannoni, nemmeno gli indipendentisti ceceni danno tregua ai loro nemici. Anzi. I vertici militari russi hanno ammesso che l'uccisione dei capi della guerriglia (Maskhadov, Sadulayev e Basayev) non ha inferto un duro colpo alla resistenza cecena, come molti di loro si aspettavano. Al contrario, il nuovo leader dei ribelli, Doku Umarov, ha rinnovato i comandi locali dando un nuovo impulso alla guerriglia.
Il generale Yevgeny Baryaev ha dichiarato che "dall'inizio di ottobre la situazione in Cecenia è nettamente deteriorata, specialmente sulle montagne del distretto di Vedenò". Ha fatto alcuni esempi. "I ribelli hanno ripreso a compiere incursioni nei villaggi di montagna per comprare viveri, hanno notevolmente aumentato la frequenza dei loro attacchi".
Ma se ne potrebbero fare anche altri, come la nuova usanza dei guerriglieri di allestire posti di blocco lungo le strade, dove fermano le auto per controllare i documenti: chi ha tesserini del governo o della polizia viene freddato all'istante.
Lo stesso presidente ceceno Alu Alkhanov ha riconosciuto che "i ribelli sono diventati più attivi in diverse zone della Cecenia".
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