Lo sviluppo economico della Bulgaria previsto dalla UE nel biennio 2006-07 sarà forte, anche grazie alla crescita degli investimenti in una Bulgaria che sempre più risulta attraente per i Paesi esteri; d'altra parte la crescita dell'esportazione di beni e servizi è prevista riprendere dopo il calo registrato nel 2005. Tuttavia vi sono dubbi sull'entrata di Sofia nell'UE
Fonte: seeurope.net
Bruxelles potrebbe infatti non comunicare nel suo rapporto del 16 maggio la data raccomandata per l'ingresso di Romania e Bulgaria nell'Unione Europea. Già il mese scorso il commissario all'allargamento, Olli Rehn, aveva ammesso che la situazione della Bulgaria pone dei problemi. Sofia avrebbe perso un anno, mentre avrebbe dovuto mettere in ordine il suo sistema giudiziario e lottare contro la corruzione e la criminalità organizzata.
l rapporto sull'economia prevede che il debito estero della Bulgaria rimarrà ancora alto.
Sulla domanda delle famiglie potrebbero avere un effetto scoraggiante i minori aumenti del salario reale dovuti ad una più alta inflazione ed ad una maggiore austerità retributiva - particolarmente nel settore pubblico -, insieme ai vincoli sulla crescita del credito. La continuazione delle politiche fiscali per contenere il deficit corrente e lo sviluppo più basso di occupazione avrà inoltreun influsso relativamente basso.
Allo stesso tempo la UE prevede uno sviluppo di investimenti guidati soprattutto dall'intervento e dagli apporti di capitali stranieri, ed influenti saranno anche gli aggiornamenti alle infrastrutture necessari per fare fronte alle richieste della Unione Europea.
Dopo il rallentamento del 2005 dovuto prevalentemente alle inondazioni, lo sviluppo delle esportazioni di merci e servizi dovrebbe riprendere; anche l'agricoltura dovrebbe mostrare una ripresa, anche se le ulteriori inondazioni (primavera 2006) possono pesare negativamente. Accanto a questo, l'elevato prezzo del petrolio continuerà a tenere a freno lo sviluppo del settore manifatturiero.
Sul lato strettamente economico la stima di crescita del PIL reale per l'anno 2006 è del 5.5 per cento, grazie ai livelli crescenti di investimento ed alla continua ristrutturazione economica. Questo sarà sostenuto da un più alto assorbimento dei finanziamenti da parte dell'UE, da una maggior spesa resa possibile dalle aumentate entrate, ed alla continua crescita del programma di investimenti.
Si stima inoltre un progressivo aumento delle esportazioni dopo il rallentamento del 2005, legato a cause di forza maggiore, mentre le importazioni saranno legate allo sviluppo più basso della domanda delle famiglie. Ciò tuttavia non sarà sufficiente per abbassare il deficit commerciale previsto per 2006, che rimarrà al 21 per cento del PIL. I miglioramenti dovrebbero contribuire a mantenere tale deficit relativamente costante nel 2007, malgrado una ripresa della domanda delle famiglie e dello sviluppo dell'importazione.
La forte crescita economica continuerà a dare luogo ad un aumento consistente di occupazione: la disoccupazione infatti è prevista diminuire sotto al 10 per cento. Sul fronte dei prezzi l'inflazione 2006 è stimata attorno al 7 per cento, prevalentemente legata agli aumenti sulle imposte di fabbricazione di alcolici e di sigarette, ma soprattutto all'aumento dei prezzi del petrolio registrato a partire dalla seconda metà del 2005.
Come durante gli anni precedenti, l'avanzo pubblico 2005 è risultato più alto di quello preventivato: ciò è principalmente dovuto a entrate maggiori di quelle previste, collegabili ad una maggiore crescita economica (maggiori entrate associate all'importazione ed all' IVA), ma anche ai miglioramenti nella riscossione dei tributi. Le stime prudenziali messe a bilancio per il 2006, insieme ad una crescita moderata per quanto riguarda stipendi e pensioni, dovrebbero permettere al governo di realizzare l'obiettivo fiscale di un avanzo pari al 3 per cento del PIL.
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