L'attività di riconciliazione e ricostruzione di una ONG britannica nelle zone dei conflitti congelati del Caucaso Meridionale
Costruire ponti: così si può sintetizzare in due parole l'azione di Conciliation Resources, una ONG britannica fondata nel 1994 e presente in diverse parti del mondo, che mira alla ricostruzione, nel senso più alto del termine, dei paesi colpiti dai conflitti.
"Conciliation Resources" è fermamente convinta che gli abitanti del posto abbiano un ruolo fondamentale nel trasformare i conflitti violenti delle loro società e che la comunità internazionale abbia una responsabilità collettiva nell'aiutare questi processi di trasformazione non violenta dei conflitti" così si legge nella presentazione dell'organizzazione. Il concetto di mediazione a cui si richiama Conciliation Resources, rispetto a quello tradizionale dell'ambiente diplomatico istituzionale e delle alte sfere, attraversa tutti gli strati di una realtà sconvolta da una guerra: è un approccio incentrato sulla persona, che coinvolge la società civile locale, i funzionari di ONG straniere e i giornalisti del posto. L'iniziativa di quest'organizzazione prende le mosse dalla constatazione che le nazioni, le regioni, le società, sono fatte di persone: i progetti mirano a ricostruire i tessuti connettivi umani e sociali che la guerra devasta. La neutralità in ambito politico è la condicio sine qua che rende possibile la loro presenza e il loro lavoro.
Conciliation Resources è presente nel Caucaso Meridionale dal 1997, con due programmi di riconciliazione, dedicati rispettivamente al conflitto georgiano-abchazo e alla guerra del Nagorno-Karabach fra azeri e armeni, due dei tanti conflitti esplosi nella regione in coincidenza del crollo dell'Unione Sovietica. Fra i vari strumenti adoperati, l'organizzazione britannica si avvale anche dei diari-radio. "Diari-Radio del Caucaso Meridionale" è un progetto nato nel 2002 grazie alla collaborazione di 20 stazioni radio e oltre 40 giornalisti sparsi per Abchazia, Ossezia del Sud, Georgia, Armenia, Azerbajdžan e Nagorno-Karabach. Ogni mese i giornalisti raccolgono e redigono storie vere di esistenza quotidiana, dando alle persone comuni la possibilità di raccontare le proprie esperienze di vita e di guerra. In realtà lo scopo del progetto va oltre alla semplice raccolta di storie: il fine ultimo è proprio quello di "costruire ponti", cosa che avviene non solo attraverso la circolazione dei racconti, che evidenziano la sofferenza dei singoli protagonisti al di là delle differenze etniche, ma soprattutto favorendo l'incontro di individui appartenenti a comunità da lungo tempo separate a causa dei conflitti esplosi nella regione. Oltre a questo, i diari presentano interessanti schizzi di vita caucasica. Un anno fa, perché un pubblico più ampio potesse usufruirne, le testimonianze più significative sono state selezionate, tradotte in russo e date alle stampe.
Con uno strumento semplice ma efficace, Conciliation Resources, forte della ricca tradizione britannica nel campo degli aiuti umanitari e dello sviluppo, porta avanti un'azione di confidence building in una delle aree più affascinanti, più frammentate e più trascurate del pianeta, contribuendo non solo ad avvicinare fra di loro le diverse comunità caucasiche separate dai conflitti, ma anche riavvicinando Caucaso ed Europa.
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