Il Mare Adriatico come elemento unificatore di popoli e nazioni, un mare che da linea di confine diviene spazio comune; questo il filo conduttore della Conferenza Internazionale di Venezia che ha formalizzato la nascita dell'Euroregione Adriatica che unisce sette regioni che vi si affacciano
Il 6 gennaio è stata firmata a Venezia la Dichiarazione Congiunta che avvia il processo di costituzione dell' Euroregione Adriatica ; lo Statuto sarà definito da tutte le regioni coinvolte entro luglio. L'impegno a formalizzare le procedure di adesione all'Euroregione è stato siglato dal Presidente del Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d'Europa e dai rappresentanti delle Regioni italiane di Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia insieme ai rappresentanti di tre Municipalità slovene, sette Contee croate, il Cantone dell'Erzegovina Neretva della Bosnia Erzegovina, il Montenegro e sette Province adriatiche dell'Albania.
Sette Paesi - che talvolta hanno avuto seri problemi di vicinato - diventano ora partner di una società che ha come capitale il Mare Adriatico. Il protocollo d'intesa per l'istituzione dell'Euroregione dell'Adriatico prevede un Consiglio dell'Adriatico provvisorio formato dai rappresentanti di tutte le Regioni o Province che si affacciano sul quel mare. Cinque sono le Commissioni permanenti che gestiranno il capitale comune. I settori di reddito individuati sono, infatti, Trasporti e Infrastrutture, Cultura e Turismo, Agricoltura, Ambiente, Pesca. Queste attività, promovendo lo sviluppo economico e la coesione sociale, procureranno ricchezza ai Paesi costieri e rafforzeranno la stabilità nell'area adriatica e balcanica. Infatti, l'obiettivo politico - auspicato anche dall'Unione Europea - è l'integrazione di tutti gli Stati adriatici in Europa. L'Euroregione potrà, quindi, utilizzare gli strumenti e i contributi comunitari per rinsaldare i reciproci rapporti e avviare le attività consortili.
Maria Luisa Coppola
A fare gli onori di casa è stata la Assessore regionale alle Relazioni Internazionali-Cooperazione e Sviluppo, Maria Luisa Coppola, che ha sottolineato come "la Regione Veneto, con le altre Regioni, istituzioni italiane ed europee, ha creduto con forza nella cooperazione internazionale quale strumento ottimale per il conseguimento della pace, della stabilità e della prosperità; ha anche richiamato come questa Dichiarazione congiunta per l'Euroregione Adriatica possa essere di modello e di stimolo per le esperienze delle Euroregioni del Mare Nero e del Mar Baltico.
L'Assessore Coppola ha auspicato che ''l'Euroregione Adriatica non sia unicamente un luogo di dialogo e di relazione politica, ma un laboratorio per la cooperazione, un cantiere per la progettazione di iniziative comuni tra le istituzioni italiane ed europee che condividono, in virtù del comune affacciarsi sul Mare Adriatico, un significativo patrimonio naturalistico, storico e culturale''.
Enrico Mingardi
Ha poi preso la parola Enrico Mingardi, assessore ai trasporti del Comune di Venezia, che ha portato i saluti del sindaco Massimo Cacciari; la città di Venezia è stata storicamente cerniera tra Nord e Sud, così come tra Ovest ed Est; può e deve continuare ad essere volano di queste collaborazioni amministrative.
Giovanni Di Stasi
Giovanni Di Stasi, Presidente del Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d'Europa, ha richiamato il "dìvide et ìmpera" di epoca romana per dire con forza che ora è tempo di dire "unisci e prospera" in questo progetto - ma non solo - che vuole consentire ai popoli interessati di vivere assieme bene il presente per progettare insieme il futuro
"Non è facile concludere accordi a livello nazionale neppure nei rapporti bilaterali, figuriamoci quando si tratta di mettere d'accordo sette Stati dalla cultura e le problematiche diverse" ha detto Di Stasi. Così, mentre l'Europa era ed è ancora protesa a risolvere i problemi che provengono da un'area politicamente delicata come i Balcani, Di Stasi si è rivolto alle Regioni e alle Province - più vicine alle esigenze dei cittadini di quanto siano talvolta i governi, perché meno vincolate dalla politica - che hanno subito colto l'importanza dell'iniziativa e accettato di consorziarsi.
Sotterrate la rivalità i sette Paesi si sono dedicati con convinzione allo sviluppo del progetto, che incontra ora non solo il consenso e il sostegno di tutte le Regioni bagnate dall'Adriatico, ma anche dell'Unione Europea stessa. Con una tale estesa base di consenso l'iniziativa - intesa soprattutto come strumento di cooperazione e di integrazione dei Paesi dei Balcani nello spazio europeo - ha trovato il sostegno necessario per diventare operativa in poco più di un anno.
Enrico La Loggia
Il Ministro degli Affari regionali ha ripercorso i passi di avvicinamento a Venezia 2006 per sottolineare il lavoro svolto e la determinazione messa in campo, in particolare da Giovanni Di Stasi e da Terry Davis, Segretario Generale del Consiglio d'Europa.
Il progetto di una Euroregione Adriatica è sì nato a Strasburgo, ma è stato poi precisato a Pola 2004 e potenziato alla Conferenza internazionale di Termoli del novembre 2004: in tale occasione le Regioni dell'Adriatico presenti firmarono il Protocollo d'Intesa e definirono gli obiettivi generali, tra i quali la necessità di rafforzare la stabilità nell'area adriatica e balcanica, di promuovere lo sviluppo sostenibile e di assicurare la coesione economica e sociale regionale.
Il Ministro La Loggia ha poi sottolineato l'esigenza di colmare il vuoto legislativo a riguardo di queste forme di consorzi, e si è augurato che un disegno di legge presentato a riguardo trovi spazio e tempo per essere approvato in questa fine di legislatura, a partire da una valutazione oggettiva delle positive conseguenze dei vantaggi che porta la cooperazione transfrontaliera. L'aggregazione di regioni europee su questi settori di mutuo interesse economico diventa preziosa anche in vista dell'allargamento dell'Unione Europea ad altri Paesi.
Teodor Baconschi
Teodor Baconschi, Segretario di Stato agli affari esteri della Romania, ha voluto dire di persona quanto sia importante per il Consiglio d'Europa la cooperazione transfrontaliera e la collaborazione a livello regionale, e ha presentato l'avvicinamento all'Euroregione del Mar Nero che coinvolge direttamente la Romania.
Terry Davis
Ultimo di questa sessione, il Segretario Generale del Consiglio d'Europa ha preso spunto dal mito degli Argonauti, partiti dal Mar Nero verso il Mar Mediterraneo alla ricerca del vello d'oro. I progetti di queste Euroregioni per i mari semichiusi possono essere considerati in quest'ottica "un vello d'oro del ventunesimo secolo". Progetti che vanno a costituire piattaforme per scambi economici e culturali e contribuiscono a smantellare linee di divisione esistenti.
Sotto il coordinamento di Keith Whitmore , Presidente della Commissione Sviluppo Sostenibile del Congresso del Consiglio d'Europa, alcuni interventi programmati dal palco ed una serie di contributi dai partecipanti alla sessione hanno approfondito quanto introdotto in mattinata.
Edit Harxhi , Vice ministro degli Affari Esteri della Repubblica Albanese, ha ribadito l'importante appoggio che il Governo albanese ha dato all'iniziativa dell'Euroregione auspicando tramite la collaborazione transfrontaliera una maggiore coesione economica e sociale regionale.
Vincenzo Lavarra e Marcello Vernola , parlamentari europei, hanno confermato l'importanza dell' integrazione delle diverse regioni che partecipano all'Euroregione come impulso al processo di adesione all'Unione Europea dei Paesi balcanici. L'Europa è dimensione di una cittadinanza più diffusa
che non si limita a Bruxelles ma sperimenta nuovi ambiti.
"L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa - ha assicurato Renzo Gubert , membro della commissione Ambiente, Agricoltura, Enti Locali Regionali dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa, - è soggetto attivo di un processo che coinvolge tutti i livelli istituzionali, dai comuni agli organismi europei. Ad assicurare prospettive di democrazia e benessere c'è anche l'impegno dell'Unione europea per la quale la nascente euroregione è un obiettivo concreto".
E' seguita quindi la cerimonia della Firma della Dichiarazione congiunta .
La seduta pomeridiana della Conferenza, coordinata da Yavuz Mildon - Presidente della Camera delle Regioni del Congresso dei Poteri Locali e Regionali del Consiglio d'Europa- ha sottolineato negli interventi dei diversi rappresentanti regionali l'impegno per la coesione economica e sociale nell'area adriatica.
Michele Iorio
Secondo il governatore del Molise ''la grande idea di costruire un nuovo organismo di coesione economico-sociale di respiro interregionale e sovranazionale di tutte le realtà istituzionali dell'Adriatico vede una tappa importante e sostanziale per il suo futuro; un percorso - quello dell'Euroregione Adriatica - che possiamo dire con orgoglio è iniziato nel novembre 2004 a Termoli (Campobasso)".
Gian Mario Spacca
"Le comunità dell'Adriatico - ha commentato il Presidente della Regione Marche - sanciscono così la centralità di questa area nell'Europa allargata, ponendo le basi per realizzare una strategia unitaria.
La Regione Euroadriatica è il crocevia di incontro di differenti religioni, culture, economie ed esperienze sociali, che possono dare forza ai processi di pace e stabilità politica ad aree geografiche dove oggi predomina l'incertezza. Le Marche vogliono giocare un ruolo protagonista in questo processo.
Nel nuovo scenario europeo, con il passaggio ad Est, il Mare Adriatico da linea di confine diviene spazio comune; è naturale dunque dare voce e rappresentanza unitaria alle comunità che si affacciano sulle sue sponde, soprattutto per aumentarne il peso politico e decisionale, nello scenario di un'Europa che rischia altrimenti di privilegiare la direttrice di sviluppo Nord/Nord-Est."
Attualmente, ad esempio, nelle politiche europee sulle grandi reti, i principali collegamenti infrastrutturali passano sopra quest'area geografica, attivando solo più a nord le nervature portanti del Corridoio V. La divisione nord/sud rischia di relegare nella marginalità gran parte della regione adriatica e tutta l'area Euromediterranea in assenza di una precisa strategia politica.
"Il progetto dell'Euroregione - ha proseguito Spacca - si fonda anche sulla valorizzazione delle esperienze di sussidiarietà e partenariato territoriale che caratterizzano e rafforzano i legami tra le comunità dell'Adriatico".
Le Marche da tempo sono impegnate in progetti di collaborazione e cooperazione tra sistemi territoriali con l'area balcanica, capaci di offrire "dal basso" un valore aggiunto importante per consolidare opportunità di crescita rilevanti su scala più ampia. "Sono convinto - ha concluso Spacca - che l'Euroregione adriatica contribuirà allo sviluppo equilibrato, armonico e sostenibile dell'intera Europa".
Mimmo Srour
"Oggi a Venezia - ha detto per la Regione Abruzzo l'Assessore alle Relazioni con i Paesi del Mediterraneo, Mimmo Srour - diamo un segnale di unità e dialogo tra le Regioni popolate da cattolici, ortodossi e musulmani. Un'iniziativa importante proprio in un momento in cui anche il processo di integrazione europea si trova in una fase di riflessione come mostrano le difficoltà nella ratifica della Costituzione, e l'Europa ha bisogno di una politica forte e di iniziative concrete".
L'obiettivo è quello di promuovere la cooperazione attraverso uno strumento che rafforzi i rapporti di buon vicinato, la realizzazione di progetti di cooperazione tra i diversi territori.
Nel portare il saluto del Presidente dell'Esecutivo abruzzese, Srour ha dato appuntamento alla Conferenza dei Presidenti delle Regioni il prossimo 23 febbraio, occasione "per fare un punto politico - ha sottolineato - sulle priorità da individuare e sulle modalità di coordinamento nelle azioni di cooperazione su cui l'Abruzzo già ha avuto un ruolo attivo".
Ha di nuovo evidenziato il ruolo di regione "cerniera tra il Nord e il Sud dell'Italia, ma anche tra il Tirreno e l'Adriatico, porta naturale dell'Europa verso l'Asia, che valorizza l'immagine nel contesto internazionale e potenzia la sua collocazione strategica nel sistema di comunicazione nazionale ed europeo attraverso la promozione di progetti di cooperazione. Un'attività che rafforza i collegamenti con l'Europa, il potenziamento del sistema dei trasporti finalizzato a valorizzare l'Abruzzo come nodo strategico del Corridoio Adriatico e del raccordo Est - Ovest tra asse adriatico e asse tirrenico".
Secondo l'assessore "dobbiamo concepire l'Euroregione Adriatica come l'inizio di un ambizioso cammino, una casa adriatica europea, un sistema di valori condivisi da realizzare attraverso gli strumenti di coesione e cooperazione". Srour ritiene che "la cooperazione è una vera e propria nuova frontiera per i soggetti regionali e locali dell'Europa, va dunque intensificata su vari livelli: cooperazione transfrontaliera, cooperazione transnazionale, reti di scambio sul territorio dell'Unione".
Silvia Godelli
Per la Puglia rappresentante è Silvia Godelli, assessore alle politiche mediterranee che ha spiegato come la capacità di azioni congiunte tra le due sponde dell'Adriatico ponga le basi per rafforzare politiche strategiche sia nell'ambito dell'Unione Europea come dell'intera aerea mediterranea. L'esperienza della Regione nella costruzione di rapporti e relazioni in particolare con l'Albania, tramite il Programma Interreg II, impegna oggi la Puglia in azioni di cooperazione con altre aree balcaniche quali il Montenegro e il Kosovo.
Il rappresentante della Regione Friuli Venezia Giulia ha ricordato come "le Euroregioni siano oggi un'esperienza consolidata (es. Alpe-Adria) e che nell'Euroregione Adriatica tutte le regioni ritrovano un ruolo strategico determinante per la stabilizzazione dell'intera area balcanica, per un necessario e non facile processo di pacificazione e di democratizzazione.
Ivan Jakovcic
"Il processo per la realizzazione dell'Euroregione ha richiesto tempo - ha detto il Presidente della Regione Istriana Ivan Jakovcic - oggi anche Bruxelles deve trovare tempo per l'integrazione dei Balcani occidentali all'Unione Europea. Tante e diverse sono le lingue delle popolazioni che si affacciano sul Mare Adriatico ma i problemi quotidiani della gente sono simili: vi si abbattono gli stessi venti e gli stessi colpi d'onda".
Audio:
La costituzione dell'Euroregione adriatica: dalla teoria alla pratica. Intervista di Amisnet a Roberta Bertoldi redattrice del sito BalcaniCooperazione.it nell'ambito del programma "Paese Europa 2006"
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